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Palermo, in manette i tre presunti autori di due rapine a Terrasini e Trappeto

Creato il 17 marzo 2011 da Terrasiniblog @TerrasiniBlog

La polizia ha fermato tre palermitani “vecchie conoscenze”

Palermo, in manette i tre presunti autori di due rapine a Terrasini e TrappetoAgenti della sezione “Antirapina” della squadra mobile di Palermo, in collaborazione con i carabinieri della stazione di Terrasini e di Trappeto, hanno arrestato tre palermitani, Antonio Marino 38 anni, Domenico Calcagno, 29enne e Loreto Spataro, 27enne, perchè sono ritenuti responsabili di avere rapinato la filiale della Banca Popolare di Lodi di Terrasini, il 10 luglio 2008 e l’agenzia di Trappeto della Banca Don Rizzo il 21 luglio 2008. Nei confronti dei tre è stata disposta una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Palermo, Ferdinando Sestito, su richiesta del pubblico ministero, Gianluca De Leo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 10 luglio del 2008, in orario di apertura della filiale ed alla presenza quindi di parecchi testimoni, i tre fecero ingresso nell’istituto di credito. Una volta entrati in banca, si suddivisero i compiti in modo dettagliato: mentre Spataro oltrepassò l’assito e si diresse verso le casse per arraffare tutto il denaro disponibile, poi stimato in 5.790 euro, Marino e Calcagno fecero da “guardiaspalla” al complice, stazionando nell’area clienti per tenere a bada i testimoni. Un colpo durato pochi minuti. Il 21 luglio 2008 i tre malviventi mettevano a segno un’altra rapina, sempre con la solita tracotanza e con le stesse modalità, in questo caso dichiarando di essere armati e minacciando di morte il direttore ed il cassiere dell’agenzia della banca Don Rizzo di Trappeto. Ilbottino, in questo caso è stato di 12 mila euro. La sfrontatezza dimostrata nell’agire a volto scoperto, a distanza di tempo, – dicono i poliziotti – si è ritorta contro i tre complici, rivelandosi una imprudenza. Decisive infatti, ai fini dell’identificazione, sono state le immagini estrapolate dalle telecamere a circuito chiuso delle banche ed il riconoscimento effettuato dai dipendenti degli istituti di credito. In prima battuta, le Forze dell’Ordine hanno riconosciuto i malviventi, all’opera in banca e ripresi dalle telecamere, come tre loro “vecchie conoscenze”. A suffragare un quadro indiziario già sufficientemente chiaro, si è aggiunto il riconoscimento dei tre, attraverso le foto segnaletiche in possesso alla polizia, da parte dei testimoni presenti al momento dei fatti.


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