L’inchiesta avrebbe permesso lo smantellamento dell’interno mandamento mafioso della ‘Noce’.
L’operazione e’ l’epilogo di elaborate indagini sviluppate attraverso la combinazione di una serrata attivita’ tecnica di intercettazione di comunicazioni telefoniche ed ambientali e servizi tecnico-dinamici sul territorio.
Sarebbero stati ricostruiti gli organigrammi di 3 ”famiglie mafiose”, ”Noce”, Altarello e ”Cruillas-Malaspina”, incardinate nel mandamento mafioso della ”Noce”.
Sono stati inoltre individuati, in seno alla stessa consorteria criminale, coloro che materialmente si occupavano della capillare sottoposizione al racket del pizzo di numerosi imprenditori e commercianti dei quartieri interessati alcuni dei quali hanno denunciato gli autori dei crimini a loro danno. Interessata dalle richieste estorsive persino una casa di produzione cinematografica impegnata nella realizzazione di uno sceneggiato televisivo nel capoluogo palermitano. Le indagini hanno inoltre registrato la violenta reazione dei vertici ”ufficiali” del mandamento al tentativo di ribaltare le gerarchie della famiglia mafiosa operato da altri esponenti, con attentati incendiari che hanno fatto rientrare nei ranghi gli aspiranti leader.
Dalle indagini e’, inoltre, emerso il quadro di una organizzazione criminale in grado di ascoltare le sue varie ”anime” e componenti interne: si e’ infatti evidenziata una fitta rete di relazioni tra gli esponenti di vertice del mandamento della Noce e quelli di altre famiglie mafiose della citta’, con la realizzazione di incontri per la definizione di problematiche criminali di comune interesse.
Importante inoltre il contributo economico fornito al mandamento dalle numerose agenzie di scommesse sportive dislocate sul territorio, riconducibili a Cosa Nostra e poste sotto sequestro.
Al vertice dei tre quartieri ci sarebbero Gaetano Maranzano per Cruillas, Vincenzo Tumminia per Altarello e soprattutto Fabio Chiovaro alla Noce, noto “’u picciutteddu”, che però sarebbe il più autorevole del gruppo, e resta l’incognita di Franco Picone.
Sarebbero state le intercettazioni che hanno permesso di filmare summit di mafia dai quali si capisce, scrive il Corriere della Sera, che “’u picciutteddu” conta molto di più di “Nasone” e “Pinuzzu a vacca”, come vengono chiamati: Salvatore Seidita per il naso grosso e Giuseppe Sammartano per i suoi cento e passa chili.
In una intercettazione oi sarebbe emerso che un negoziante con un negozio alla Noce, vuole sapere da un emissario della zona a chi rivolgersi per la cosiddetta “messa a posto”, sempre su Il Corriere si trova la risposta: “E’ il ‘picciutteddu’ che fa carte, te lo dico io. Però comandati da Franco Picone…”.
Tra i filmati e le intercettazioni poi ci sono anche le ribellioni ma anche i pestaggi come quello dove appare Giuseppe Sammaritano che ne parla con un altro boss, Santino Chiovaro,: “Non si devono portare i soldi ai “cristiani”? Ohu! Si ci devono portare i soldi!”.
Cosa Nostra poi avrebbe anche una sorta di commissione cinema con all’opera i rampolli di Enzo Castagna. Le indagini riporta il corriere si sono concentrate sui fratelli Tognetti e su Tommaso e Gaetano Castagna che pare abbiano chiesto denari anche ai responsabili della “Magnolia film production”, che giravano a Palermo“Il segreto dell’acqua” , in cambio di soldi ovviamente offrivano tranquillità alla truppe.: “Domani puoi chiamare il reggimento dei carabinieri, domani ti faccio vedere io. Noi siamo come la Cina, siamo tremila i Castagna. Arrestano a me e ci sono i miei parenti, i miei amici. Hai capito? Del carcere non ci spaventiamo”.
Sarebbe persino emerso che Cosa Nostra cambia e a Palermo in questi ultimi tempi gli stiddari avebbero un grosso predominio, lo dimostrerebbe il gruppo composto da Giuseppe Sammartano, Umberto Maltese, Antonino Bonura, Salvatore Seidita.
Corsivo fonte Il Corriere