L’uomo già indagato nel 2006 per associazione mafiosa e impiego di denaro di provenienza illecita (aggravato dal favoreggiamento mafioso), per le sue molteplici e radicate relazioni con le famiglie del mandamento di Tommaso Natale – San Lorenzo e di Carini, emerse dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia e da corrispondenza riservata sequestrata ai boss Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo.
Così, tutti i punti vendita della Ferdico Giuseppe & C snc sono da oggi in amministrazione giudiziaria.
Da quel che è emerso dalle recenti indagini però non si può arrivare ad un processo perchè comunque non sono state raccolte prove sufficienti.
Live Sicilia, riporta che “i pentiti misero a verbale che i fratelli Stefano e Angelo Fontana avevano utilizzato le attività di Ferdico per ripulire 400 milioni di lire. Il nome dell’imprenditore compariva pure in alcuni pizzini sequestrati a Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo. Si faceva riferimento ad assunzioni e pagamenti. Tutte accuse bollate come generiche e non riscontrabili dalla difesa. Ferdico si è sempre definito una vittima. Altro che imprenditore a disposizione dei mafiosi. Ha ammesso di avere pagato il pizzo, anche sotto forma di assunzioni, “per quieto vivere”. Poi, nei giorni dell’operazione Gotha, siamo nel 2006, saltò fuori che i mafiosi facevano la bella vita con i suoi soldi e Ferdico, assistito dagli Roberto Tricoli e Luigi Miceli Tagliavia, decise di dire basta.”