Anna Tatangelo. Ma che è una hit di famiglia? Basta, metto su un CD che è meglio. Però la Tatangelo sta cantando una canzone su un amore omosessuale. Spregiudicata! Il mio amico (e penso a Vincenzo). Ascolto le parole. Non sarebbero malaccio, se non fosse una neo melodica del cazzo. Certo che ormai di omosessualità si riempie la bocca chiunque, tanto per parlare e farsi ascoltare. Ma che ne sanno, loro, di quattro amiche al bar (Gino Paoli) che volevano cambiare il mondo e lo hanno cambiato, in effetti. Hanno cambiato il loro mondo, che è l’unico che potevano cambiare. Si sono tolte i vestitini e si sono rivestite, ballando. Camicia Jeans e scarponcini. Bambina (Pino Daniele) no, mai più. Logico (Cremonini) che il mio mondo sia così bello, sincero e travolgente. Sono i miei occhi che lo guardano e lo vedono così. E se poi (Malika Ayane) cercassi te, tu fatti trovare. Dimmi che, cambiando tutto, niente è cambiato. Siamo ancora vive e ci muoviamo piano in un sogno senza di noi come eravamo, ma con noi come siamo adesso. Elio quasi blasfemo canta resta con me (Born to be Abramo). E tu? Perchè non sei rimasta con me? Il disamore ti colse impreparata. E caricò le tue gambe come molle per saltar via. Lontanissima. Bene bene male male (Piero Pelù). Non ti basta mai questo tempo passato a farci male male stando lontane? Eppure sei di nuovo qui. In qualche modo, disarmonico e disadorno, la tua silhouette balla intorno a me, prodiga del tuo modo aggraziato e misurato. Male male, i ritorni. E vorrei avere il becco (Povia) e cercarti la bocca piano. Rosso relativo (Tiziano Ferro) come il sangue di una piccola pozza ancora lucida, e spalanco gli occhi per vedere l’azzurro nei tuoi occhi marrone.
Lo vedo.Monica Sapio