Pallottole cinesi - Recensione

Creato il 06 marzo 2016 da Lightman

Western e commedia si fondono con discreti risultati in Pallottole cinesi, pellicola diretta nel 2000 da Tom Dey con protagonista la simpatica coppia formata da Jackie Chan e Owen Wilson.

Città Proibita, 1881. La principessa Pei Pei, prossima ad un matrimonio combinato da lei non voluto, viene ingannata da un avvocato statunitense che le propone di fuggire in America; l'uomo in realtà, giunti oltreoceano, la consegna a Lo Fong, traditore dell'Impero, che gestisce una tratta di schiavi cinesi nel west ed è in combutta con il corrotto sceriffo Nathan Van Cleef. L'imperatore decide così di inviare in missione un manipolo di uomini affinché salvino la principessa, tra i quali vi è anche il coraggioso Chon Wang. Quest'ultimo, in seguito ad una rapina sul treno durante la quale finisce per separarsi dai suoi compagni, dà vita ad un insolito sodalizio col fuorilegge Roy O'Bannon: i due, tra sparatorie, inseguimenti, incomprensioni e improbabili evasioni, si riveleranno l'unica ancora di salvezza per la regnante.

Shanghai Noon

Dopo il primo buddy cop-movie della sua carriera oltreoceano, alias Rush Hour - Due mine vaganti (1998), Jackie Chan ne ritenta la formula del successo mutandone però il co-protagonista (qui il biondo Owen Wilson) e l'ambientazione, trasportandola nel selvaggio west. E' cosa nota che il cinema western e la commedia, tranne rarissime eccezioni, non siano mai andati troppo d'accordo, ma Pallottole cinesi, pur con tutti i suoi limiti, si rivela un titolo discretamente piacevole. Diretto dall'esordiente Tom Dey, proveniente dal mondo della pubblicità, il film si rivela un passatempo leggero e indolore ricco di una simpatia contagiosa che fa passare in secondo piano alcuni difetti congeniti di buona parte delle produzioni hollywoodiane della star hongkonghese. La ricercatezza stilistica delle coreografie è infatti, soprattutto in questa occasione, solo un lontano ricordo, con sequenze di arti marziali che puntano direttamente (e spesso riuscendovi) all'impatto comico in un caos più grossolano che inventivo. JC instaura comunque una buona alchimia con il partner di set, tanto che i personaggi di Wang e Roy torneranno in una nuova avventura tre anni dopo in 2 cavalieri a Londra (2003). Piena zeppa di citazioni al mondo western nei nomi dei personaggi, in alcune scene clou (esplicativo il pre-finale che omaggia Butch Cassidy (1969)) e nelle varie peripezie ambientate tra saloon, patrie galere, miniere e villaggi indiani, la pellicola è dotata di un buon ritmo che fa sentire meno la durata forse eccessiva di quasi due ore e nasconde le diverse forzature di una sceneggiatura non sempre precisa e che sfrutta poco e male il magnetico carisma di una comunque splendida Lucy Liu.

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