La cosa più difficile è lavarsi il viso.
Un conto è mantenere l’equilibrio ad occhi aperti, in posizione più o meno verticale, un conto è chiuderli, chinarsi e compiere dei movimenti precisi se non al millimetro almeno al centimetro, ché altrimenti si rischiano allagamenti copiosi.
-Dai, salta giù.
-N-n-n-no-o.
-Dai, ti tengo io.
-Tienimi stretta.
Sono in piedi su di una cassettina di legno alta più o meno quanto un dizionario di latino e devo saltare giù. Facile a dirsi se ti fidi delle tue caviglie. Un po’ più complicato se l’ultima volta una ti ha tradito e, con un rumore che non avresti mai immaginato di poter produrre (una roba simile alle bollicine della plastica da imballaggio che scoppiano), ha preferito piegarsi, torcersi, e lasciarti cadere come corpo morto cade. Facile a dirsi se non hai paura del dolore che potresti sentire se. Quindici centimetri, un’altezza vergognosa, un salto schifoso con la gamba buona in anticipo su quella fellona.
-Brava, col tempo imparerai a fidarti di nuovo.
Più o meno sette anni dopo, la traditrice redenta tiene in piedi la baracca, letteralmente. Mentre la sua compagna si gode l’ozio derivante da un intervento di manutenzione straordinaria, la poveraccia, quasi fosse una punizione giunta in ritardo, si affanna a sostenere e a trasportare, a ritmo di simpatici balzelli, la poco-leggiadra-nei-modi persona che sarei io.
Una fatica che non vi dico.
La cosa più difficile è lavarsi il viso,
A votare ci vado, ovviamente, dovessi andarci gattoni.
E così dovreste fare voi tutti, mi raccomando.