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Pancini (Auditel): ma la tv non può essere solo didattica (La Stampa)

Creato il 05 novembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Pancini (Auditel): ma la tv non può essere solo didattica (La Stampa) "E' veramente l'anno zero? chissà. Certo è che bisogna ripensare contenuti, offerta e fruibilità della televisione". Walter Pancini, direttore di Auditel, diagnostica giorno per giorno pregi e difetti della tv italiana. Vincendo il consueto riserbo, spiega che "le rilevazioni Auditel inseguono il cambiamento". Per la prima volta, assicura, "ci troviamo di fronte alla convergenza vera con altri mezzi. Ma la televisione resta centralissima. Anzi, con il web lo è di più. Da qui a dieci anni avremo una tv multipiattaforma, che si consumerà sui nuovi schermi, oltre al televisore".
Ma non c'è il rischio che la platea televisiva classica si riduca o addirittura fugga? No, non ci sarà un'eclissi della tv. I dati dimostrano, infatti, che la fruizione della televisione è passata da 233 minuti giornalieri a 247 minuti. E una maggiore offerta ha prodotto anche una maggiore crescita. Pensi che con il digitale terrestre si è passati dalle sette tv generaliste che venivano seguite dall'Auditel a ben 198 canali. Tutto si è moltiplicato improvvisamente con un flusso straordinario di pubblico che si muove dalla tv generalista ai canali tematici. E' questa, la sfida di Auditel: scalare la coda lunga della tv anche su tablet e smartphone.
Un passaggio epocale... La tv resta centrale, ma oggi dilaga sui social network dove i programmi vengono commentati e dibattuti in ogni dettaglio dal pubblico televisivo. E quindi possiamo dire, che in futuro si "consumerà" in maniera diversa, con un'offerta straordinaria che si riverserà nei rivoli della specializzazione. Ma stiamo attenti a dire che la tv generalista è morta perché ancora oggi conquista quasi il 70% dello share televisivo.
Ma il pubblico cambia e chiede programmi e idee nuove... Certo, i gusti cambiano velocemente ma vere rivoluzioni non si sono ancora viste. Non a caso, se si guardano gli ascolti, lo sport continua a essere sempre il genere più seguito così come la fiction che ha avuto il sopravvento sull'intrattenimento classico.
Tanti canali e tante proposte non disorientano l'utente-consumatore? Diciamo che lo spettatore è un po' come Pollicino che nel bosco della programmazione rischia anche di perdersi, ma indubbiamente la pay tv e le tv digitali hanno avuto una vera e propria esplosione passando dal 10% al 30% di adesso: un cambiamento significativo.
Le statistiche europee dicono che in Italia si sta riducendo il consumo di cultura in tv, cosa ne pensa? Le rispondo con le parole di Angelo Guglielmi: attenzione a non confondere "cultura" con "istruzionismo". La tv ha un linguaggio che non deve per forza sempre essere didattico. La tv del terzo millennio si consumerà sui tablet e gli smartphone, pensiamo a Sky On Demand o a Mediaset: insomma, si andrà verso la cosiddetta "tv a richiesta".
Come sarà l'auditel del futuro? Al passo con i tempi, rigoroso nelle rilevazioni. Resterà centrale per le imprese che investono e lavorano nel settore.
Intervista di Paolo Festuccia per "La Stampa"

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