Ma non c'è il rischio che la platea televisiva classica si riduca o addirittura fugga? No, non ci sarà un'eclissi della tv. I dati dimostrano, infatti, che la fruizione della televisione è passata da 233 minuti giornalieri a 247 minuti. E una maggiore offerta ha prodotto anche una maggiore crescita. Pensi che con il digitale terrestre si è passati dalle sette tv generaliste che venivano seguite dall'Auditel a ben 198 canali. Tutto si è moltiplicato improvvisamente con un flusso straordinario di pubblico che si muove dalla tv generalista ai canali tematici. E' questa, la sfida di Auditel: scalare la coda lunga della tv anche su tablet e smartphone.
Un passaggio epocale... La tv resta centrale, ma oggi dilaga sui social network dove i programmi vengono commentati e dibattuti in ogni dettaglio dal pubblico televisivo. E quindi possiamo dire, che in futuro si "consumerà" in maniera diversa, con un'offerta straordinaria che si riverserà nei rivoli della specializzazione. Ma stiamo attenti a dire che la tv generalista è morta perché ancora oggi conquista quasi il 70% dello share televisivo.
Ma il pubblico cambia e chiede programmi e idee nuove... Certo, i gusti cambiano velocemente ma vere rivoluzioni non si sono ancora viste. Non a caso, se si guardano gli ascolti, lo sport continua a essere sempre il genere più seguito così come la fiction che ha avuto il sopravvento sull'intrattenimento classico.
Tanti canali e tante proposte non disorientano l'utente-consumatore? Diciamo che lo spettatore è un po' come Pollicino che nel bosco della programmazione rischia anche di perdersi, ma indubbiamente la pay tv e le tv digitali hanno avuto una vera e propria esplosione passando dal 10% al 30% di adesso: un cambiamento significativo.
Le statistiche europee dicono che in Italia si sta riducendo il consumo di cultura in tv, cosa ne pensa? Le rispondo con le parole di Angelo Guglielmi: attenzione a non confondere "cultura" con "istruzionismo". La tv ha un linguaggio che non deve per forza sempre essere didattico. La tv del terzo millennio si consumerà sui tablet e gli smartphone, pensiamo a Sky On Demand o a Mediaset: insomma, si andrà verso la cosiddetta "tv a richiesta".
Come sarà l'auditel del futuro? Al passo con i tempi, rigoroso nelle rilevazioni. Resterà centrale per le imprese che investono e lavorano nel settore.
Intervista di Paolo Festuccia per "La Stampa"