Pandora, passionale e fantasmagorica

Creato il 02 dicembre 2010 da Sulromanzo
Autore: Angelica Gherardi

Nell’aprile scorso ci ha lasciati colui che ha scritto uno dei più bei romanzi di passione del mondo. Pierre-Jean Rémy (pseudonimo di Jean Pierre Angrémy) è stato scrittore e diplomatico (Hong Kong, Pechino, Londra, Firenze), direttore dell’Accademia di Francia (villa Medici) a Roma, presidente della Biblioteca Nazionale di Francia nonché accademico di Francia. Ricordato soprattutto per la biografia romanzata di Mata Hary o per quella di Don Giovanni, Rémy è a mio umile parere soprattutto l’autore del magnifico Pandora (Albin Michel, 1980).

Diversi mesi fa (a maggio e a giugno) su queste stesse pagine un intelligente articolo in due parti di Paola Paoletti ha lungamente e brillantemente parlato del Fantasma dell’Opera di Gaston Leroux. Pandora è una rivisitazione in chiave passionale e lirica di questo classico e, senza nulla togliere a quest’ultimo, assurge a livelli ben più elevati.

Situato tra le due guerre mondiali, il romanzo ha cinque protagonisti principali, se tra questi si annoverano anche la Passione con la P maiuscola, sia essa per l’altro o per la musica lirica, e, appunto, la Musica. Leggendo Pandora, quand’anche totalmente a digiuno di Opera, non si può fare a meno di sentire la musica nella propria testa mentre si scorrono le pagine. Sono convinta che all’epoca della sua pubblicazione il libro abbia portato molti neofiti ad approcciarsi alle arie della Traviata della Tosca o del Don Giovanni, recandosi nei negozi di dischi a comprare quelli che all’epoca erano ancora dei vinili. Oggi, trent’anni dopo, lo si può rileggere ascoltando brani su YouTube, sentendosi totalmente pregni dell’atmosfera dell’Opéra Garnier, lo storico palazzo che per oltre un secolo ha ospitato le rappresentazioni parigine di tutte le grandi Opere liriche. Se già Leroux ci aveva fatto beneficiare dei meandri e delle quinte del Palais Garnier grazie anche all’attento studio dei progetti, Rémy ce ne fa anche sentire l’odore, un odore di petali di rosa appassiti e putrefatti.

A raccontare la storia, 45 anni dopo i fatti, è colui che ne ha vissuto da spettatore e confidente tutte le fasi, Frédéric, un giornalista, critico musicale, che tutte le sere si reca all’opera. E la storia è quella di Carl Palladio, suo grande amico, compositore geniale e tormentato, e di Anna, la cantatrice più talentuosa che il secolo abbia conosciuto; di Pandora, l’opera maledetta composta da Carl, e di tutte le protagoniste che, dopo la morte di Anna, vi si cimenteranno e ugualmente troveranno la morte o spariranno nei meandri del Palais.

Perché se Anna, l’amata di Carl, trova la morte nell’incendio del suo camerino all’epoca in cui sta provando per portare in scena Pandora, tutte le altre artiste che si approcceranno ad essa e inevitabilmente al suo compositore avranno un destino tragico. Ma se dietro a tutti gli incidenti, a tutte le tragedie, ci fosse la mano di qualcuno? Se fosse tornato il fantasma dell’Opera? Cosa sono questi rumori che si alzano a volte dalle quinte? E quest’aria meravigliosa che sembra uscire da un’ugola fatata, a volte, che proviene dal profondo del teatro? E quella strana ombra nera che sembra ogni tanto aggirarsi tra i corridoi? E quell’odore soprattutto, quell’odore di rose, spesso marce, che Carl percepisce ogni volta che dalla loggia presidenziale nella quale si rintana per seguire da lontano le prove di Pandora.

Per scoprire la verità su questi strani fenomeni il geniale Carl, ormai allo sbando, preda di incubi e dedito agli oppiacei, dovrà ripercorrere il suo passato, da Vienna dove visse a Firenze, dove Pandora fu composta e dove apparentemente l’Opera è realmente nata alla fine del XVI secolo e dove oggi, nel 1934, il fascismo imperversa. Rémy, che a Firenze è stato Console, ci fa attraversare il corridoio segreto del Vasari all’interno del Ponte Vecchio come se fossimo lì con i personaggi e contemporaneamente col Vasari.

Attorniati dalla passione che si trova solo nei grandi artisti, arriveremo fino alla fine, fino all’incredibile colpo di scena finale, seduti anche noi in una poltrona del teatro, spettatori come lo è stato il narratore, di questa meravigliosa tragedia. E Clara, l’unica che ha osato sfidare la sorte, la maledizione e forse il fantasma, al prezzo di una parte di sé, riuscirà ad arrivare alla fine della prima di Pandora? E Carl stesso, sopravvivrà ai suoi demoni, al suo passato, alle tremende rivelazioni che porteranno alla scoperta del fantasma?


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