“Orsa Maggiore” è il terzo album dei romani “Pane”.Loscambio di opinioni a seguire dice molto di questi artisti e della loro musica,e un buon approfondimento può essere fatto attraverso il loro sito, spaziodavvero completo:http://www.progettopane.org/
A una delle mie domande relative alla tecnologiaapplicata alla musica emerge che… “I musicisti devono saper suonare, i cantanticantare, gli ascoltatori devono sapere ascoltare…”. Questa correttarigidità di compiti svanisce all’ascolto di Orsa Maggiore, perche ciò che siprova è la voglia di osare, di oltrepassare ciò che normalmente ci è negato, appropriandoci di un mondo fattonon solo di musica e parole, ma anche di immagini, di storie e di storia, ditradizione, di mondo in movimento, avendo a volte la sensazione di conoscernela direzione ma non il verso.Ed ogni singolo episodio dell’album induce aforti riflessioni, che non possono non colpire chiunque abbia una testa perpensare.Sullo sfondo qualcosa che ci sembra di aversempre conosciuto, immaginato sepolto dall’incedere del tempo, eimprovvisamente riscoperto in modo drammatico.Sono rimasto molto colpito da un pensiero anticotrovato nel sito, nella sezione “Visioni”, con in evidenza l’immagine di una TVin bianco e nero:“Occorre che la gente impari a non muoversi,a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi arinunziare a quelli che ha.”
Posizione estrema, condivisibile o meno, ma tuttociò che il “Progetto Pane” in modo naturale sprigiona fa si che lo stimolo allariflessione sia continuo. Ciò appare in contraddizione col concetto “popolare”di musica, che nell’immaginario comune significa soprattutto momento dispensieratezza.La musica dei “Pane “ non è per tutti, inutilesottolinearlo, soprattutto perché sarebbe davvero tempo sprecato usufruire diuna proposta simile senza avere i mezzi per apprezzarla in toto.Momenti di poesia e di “sociale”, avendo semprel’impressione di percorre strade che non esistono più, zone della nostrainfanzia ormai cancellate dal tempo, ricordi sempre vivi anche se riferiti alustri fa, il tutto accompagnato da uno sfondo rock che mai come in questo casodefinirei prog, visto il senso di dinamicità che, in forme diverse, ècaratteristica della musica progressiva, mentre il cantato si incastra perfettamente in questa atmosfera, traimpostazione teatrale e spontaneità.Un album unico, imperdibile se si crede che lamusica abbia bisogno di altri ingredienti di consolidamento. E ancora un voltami ritrovo a pensare a come le forme didattiche possano essere trovate altrove,efficacemente, pescando un po’ qua e là, dove il materiale abbonda e dove mainessuno ha il coraggio di guardare.
Seguendole indicazioni trovate sul comunicato stampa sono arrivato al “Progetto Pane”.Qual è l’idea base e quali i contenuti e i conseguenti vostri intenti?
E’ una domanda curiosa… sembra rivolta ad una setta, ungruppo d’azione più che ad un gruppo musicale. Però è un’interessante visione.L'idea base comunque è venuta pianpiano delineandosi in qualche modo da sé e continua ad essere quella di perseguirela realizzazione di opere musicali capaci di contenere diversi piani dicomunicazione (diverse narrative poetiche, romanzesche, storiche, musicaliovviamente...), riconcependola forma canzone e modellandola ai nostri scopi.
Trovandomiquotidianamente di fronte a nuovi album, mi capita di avere la percezione chele liriche siano un atto dovuto e la voce uno strumento-meraviglioso- in più.Ciò che ho letto nel booklet di “Orsa Maggiore” è un misto di poesiae impegno sociale, avendo sempre la sensazione che sullo sfondo siarappresentato un mondo antico. Ma sono solo le mie sensazione. Qual è in realtàla vostra filosofia musicale… quali le vostre linee guida?
Sfruttando la tua impressione,diciamo che ci piacerebbe portare la proiezione davanti allo sfondo. In questafrase un po' scura, in realtà si potrebbe trovare una nostra strana idea dellastoria... Un'idea che ci ritroviamo, piuttosto istintivamente, a prestare aldiscorso musicale.La nostra “filosofia musicale”, secosì possiamo dire, è fondamentalmente legata alla costruzione di un corpomusicale, un corpo canzone, dove ogni parte non sia accessoria, ma che ognivoce sappia partecipare allo spessore del canto. Infatti, se non“esplicitamente” chiesto dal brano, raramente inseriamo lunghi soli nei nostribrani. Questo specie di coralità di antica maniera diciamo, dovrebbe produrreun'armonia di differente natura di quella semplicemente musicale. Quello chevorremmo è che le nostre canzoni possano produrre, come dicevo prima, unapolifonia narrativa.
Chio che cosa è riuscito ad influenzarvi a tal punto da incanalarvi sulla viadella musica? Esistono band o musicisti che considerate dei punti diriferimento?
Ovviamente, essendo cinque, ognunodi noi ha avuto la sua storia... chi più legato ad un genere, chi ad unaltro, chi derivante da una formazione e chi da altro. Tutte cose comunqueinerenti lo stesso campo valoriale, che pure essendo molto ampio non riportaparticolare fratture. E questa eterogeneità non può che essere una fortuna. Ancheper quanto riguarda i punti di riferimento, non esiste una risposta univoca.Diciamo che delle convergenze possono trovarsi su una certa musicaimpressionista di primo novecento, sull’epica Rock, su una comune stima per illavoro di Robert Wyatt su alcuni lavori dei CCCP e dei CSI.
Undomanda che faccio sempre riguarda le performance live. Che tipo di rapportoriuscite ad instaurare con il pubblico? Amate l’interazione?
Se non amassimo l'interazione nonavrebbe senso esibirsi dal vivo. Nei nostri concerti cerchiamo sempre ilrapporto con il pubblico, riuscendo spesso a realizzare delle bellissime zonedi condivisione. Ne viene fuori una pienezza davvero emozionate per noi ecrediamo anche per chi ci ascolta e osserva.
Perchédi questi tempi è quasi impossibile vivere di sola musica? Crisi di talenti… diopportunità… o mercato “malato”?
Più che di una crisi di talenti, miverrebbe da dire che una causa sia da cercare nell'esubero dei presunti tali.Questo eccesso produce una accumulazione indistinta di voci che il mercato nonriesce a sfruttare se non a tempo determinato. Quindi sì, diciamo che è unmercato “malato”, con le reni cariche di tossine, seguendo questa lineaclinica. Quindi, il mercato ha necessità di espellere glieccessi, equesto lo spinge allo stesso tempo ad allargarsi (per sua natura preferisce estendersi checoncentrarsi), finendo così per crearsi le condizioni per accogliere altrinuovi straordinari “talenti”, generatori di “capolavori”, imballati daprofessionisti costretti in spazi sempre più piccoli e in tempi sempre piùbrevi. Questa nebulosa satura di cellule morte non permette l'emersione direaltà veramente di valore. Tuttavia, quando una realtà musicale è sana, sapràcon il tempo avere la meglio – quantomeno dal punto di vista artistico- suitempi e sugli spazi limitati del mercato ufficiale.
Sedovessi dare un giudizio sullo stato attuale dell’espressione musicaled’impegno direi che l’esigenza è quella di esprimersi attraverso arti diverseche si mischiano e che vengono proposte sia in fase live che sul prodotto chesi inserisce sul mercato. Parlo di unione di musica, letteratura, pittura,fotografia… Come entra “Pane” in questo contesto?
Certo la contaminazione è un segnodei tempi, è necessaria se non connaturata alla nostra vita attuale.Potenzialmente siamo aperti a collaborazioni con altre forme d’arte, ma nonamiamo forzare tempi e modi, attendiamo che si presentino occasioniinteressanti e stimolanti. Volendo segnalare un nome, siamo molto legatiall’opera pittorica di Valentina Carta, e proprio una riproduzione di un suoquadro è inserita nel libretto dell’Orsa. Al momento abbiamo cose in cantiere,ma ancora in forma embrionale per poterne parlare... vedremo.
Comevi ponete di fronte alle nuove tecnologie applicate alla musica? Siete apertialle innovazioni?
I musicisti devono saper suonare, icantanti cantare, gli ascoltatori devono sapere ascoltare. Speriamo che tuttaquesta innovazione tecnologica non ci faccia perdere di vista gli elementinecessari. Con uno sguardo sul suono siamo in realtà abbastanza legati al suonodei nostri strumenti. La tecnologia ci serve e la usiamo per amplificare iltutto e rendere l’insieme più godibile e comprensibile possibile. Per il restolasciamo che il fiume della contemporaneità faccia il suo corso.
”Iocredo che con qualche esempio più chiaramente spiegherò il mio concetto”.Questa è la frase di G. Galilei con cui inizia il viaggio guidatodall’ ORSA MAGGIORE. Qual è il vostro “concetto da spiegare”?
Partiamo da una premessa:Orsa Maggioreè strettamente legato al lavoroprecedente,Tutta la dolcezzaai vermi, che con il disco d’esordioPanedel 2003 rappresentano una sorta ditrilogia camminata e riflessa.Nel 2003 ci siamo osservati comegruppo di amici, ragazzi in attività musicale. Anche se avevamo dietro giàdiversi anni di prove era la prima volta che ci confrontavamo con uno studio diregistrazione e con noi stessi alla prova della registrazione. Ci siamoriconosciuti in quel primo disco. InTuttala dolcezza ai vermi, l'osservazione – l'intenzione - è rivolta al basso,alla terra, alla rigenerazione che segue ogni compiersi di ciclo naturale. Ladolcezza ai vermi, non è unadichiarazione pessimista verso le possibilità dell'uomo, come potrebbe esserecolto ad una prima lettura, all'incontrario, vuole essere un atto forte difiducia rivolto al prodotto di ogni rinascita, cioè al nuovo. L'osservazione(Galileo non è trafugato per caso...) del nuovo, questa dovrebbe essere latraduzione de “Tutta la dolcezza ai vermi”. Dopo il risorgimento, serve unadirezione, un'Idea (cui da sempre la costellazione dell'Orsa Maggiore èassociata). L'idea da seguire, sempre presente, così come sempre presente èl'Orsa nel nostro emisfero. Insomma, un invito ad alzare la testa, nel sensopolitico, civile e, comunque, nel senso che ognuno desidera assegnarvi.
Comefunziona il vostro “gruppo di lavoro” in fase di realizzazione di nuova musica?
Proviamo molto affidandoci a lunghicicli improvvisativi, ai quali partecipa in forma attiva, integrata esuggerente il testo. Ogni impressione, ogni evidenza, viene seguita e fermata,fino al momento che permette di iniziare la stesura di un arrangiamento e lacanzone vera e propria.
Provatea disegnare un vostro sogno musicale, da realizzarsi entro tre anni.
Poter continuare - grazie allafiducia e al sostegno di coloro che credono e crederanno in noi - il lavoro distesura del nostro progetto e di poterlo proporre al più alto numero di personepossibile.
INFOTesti, musiche e arrigiamenti: Pane eccetto: “OrsaMaggiore”( testo V. Maiakovski), “Samaria”(testo GesualdoBufalino), “Cavallo”( testo liberamenteadattato da “Item” tratto da “Ecchime” di Victor Cavallo.
Pane- Orsa MaggioreORSA MAGGIORE, è il terzo album ufficiale di Pane, formazione romana composta dal pianista Maurizio Polsinelli, il chitarrista Vito Andrea Arcomano, il batterista Ivan Macera, il flautista Claudio Madaudo e Claudio Orlandi alla voce.