Pane tirolese

Da Papio54

Si sa che molte specialità gastronomiche sono nate da un errore in cucina. Il cuoco, o la cuoca, voleva preparare quella cosa lì, poi l’ha scordata nel forno, ho ha sbagliato tegame, e voila, è nata una nuova specialità. Tra gli esempi più noti c’è la tarte Tatin, chiamata così dal nome delle sorelle che l’hanno, appunto, sbagliata, e oggi è tra le specialità francesi più amate al mondo. Io stessa ne sono ghiotta, e infatti ne preparo anche la versione salata.

Questo pane è nato proprio da un errore, da una distrazione, ma il risultato finale è stato così originale e appetitoso da meritare immediatamente lo status di ricetta specifica.

Vi racconto cos’è successo, a cominciare dall’elenco degli ingredienti:

  • 80-100 grammi di lievito madre
  • 600 grammi di farina semi integrale
  • 1 cucchiaino pieno di sale
  • 4 cucchiai d’olio evo
  • 5 cucchiai circa di semi misti (si trovano bustine pronte, nella mia c’erano semi di girasole, sesamo, lino, papavero.
  • acqua

Tempo di preparazione: 15 minuti (con lievito rinfrescato)

Tempo di lievitazione: 12 ore + 4 ore

Tempo di cottura: 20 minuti

Dopo aver rinfrescato il lievito madre e aver atteso un paio d’ore perché recuperasse tutto il suo vigore, ho impastato gli ingredienti nella planetaria: ho messo prima il lievito, poi un bicchiere circa di acqua, la farina, il sale, l’olio, i semi (tenendone da parte qualche pizzico per decorare i panini), ho incominciato a impastare con la frusta a foglia e ho continuato ad aggiungere acqua fino a ottenere un composto sodo ma cremoso, una consistenza tale da poterla rimescolare con un cucchiaio.

Ho messo tutto a lievitare in frigo per una notte, come da copione, e la mattina dopo l’ho ripreso e lasciato a temperatura ambiente. Dopo qualche ora, è arrivato il momento di cuocere i panini: ho steso un foglio di carta da forno sulla leccarda e, aiutandomi con due cucchiai, ho messo tante porzioni di impasto grandi più o meno come un limone.  Ho infine decorato ogni panino con un pizzico di semi.

Ho trasferito la leccarda nel forno spento per far continuare la lievitazione. Dopo un paio d’ore sono andata per accendere il forno e procedere con la cottura, ma … orrore! L’impasto si era seduto, allargato, appiccicato sul fondo e ora si presentava diviso  in tante focaccette larghe e piatte.

Mi sarebbe dispiaciuto troppo buttare tutto, così ho deciso di cuocere lo stesso questi panini informi (al più ne avrei  fatto dei crostini), e ho avuto ragione: i panini sono risultati squisiti, croccanti fuori e morbidi dentro, con un intenso aroma dato dai semi misti. In più, vuoi appunto il sapore un po’ speziato, vuoi il colore dell’impasto un pochino scuro, vuoi il contrasto tra la morbidezza interna e la croccantezza della superficie, la similitudine con il pane tirolese è scattata all’istante.

Sono panini adatti ad accompagnare il pasto, ma sono davvero perfetti da farcire. Se dovete preparare una merenda o un picnic, teneteli presente

“Tirolo”, un’opera del 1914 di Franz Marc, conservata a Monaco


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