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Panicale: sei consiglieri di maggioranza e opposizione chiedono un consiglio comunale aperto proponendo un ordine del giorno contro la realizzazione di impianti di biogas di tipo speculativo

Creato il 11 luglio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Sei consiglieri di minoranza e maggioranza, hanno chiesto, ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari del Comune di Panicale, la convocazione di un Consiglio Comunale aperto possibilmente in forma straordinaria, proponendo un ordine del giorno che esprime contrarietà alla possibilità di realizzare impianti per la produzione di Biogas da Biomasse, di tipo speculativo, nell’intero territorio del Comune di Panicale e territori limitrofi. I consiglieri firmatari, Caproni, Mariani, Todini, Gagliardini, Rossi e Chiappini, rappresentano secondo i dati dell’ultima competizione elettorale quasi il 70% di chi si è recato alle urne, ricordiamo infatti che il Sindaco Bianco governa con una netta minoranza, ma che questo non la esime dall’ascoltare e dal rappresentare tutti.

I motivi della contrarietà nell’ordine del giorno proposto che si possono così riassumere:

1) la realizzazione di impianti per la produzione di Biogas di tipo speculativo, contrasta con il tipo di sviluppo impostato dalle varie amministrazioni negli anni, e anche con tutti i programmi politici presentati dalle varie liste che hanno partecipato all’ultima competizione elettorale,

2) si esprime inoltre preoccupazione per l’impatto che una simile scelta avrebbe sull’economia locale, impostata su uno sviluppo turistico di tipo culturale ed ambientale che ha fatto nascere negli anni numerose aziende turistiche che creano occupazione e sviluppo, di cui una a capitale interamente pubblico, progetto sul quale sono stati investiti ingenti fondi pubblici. L’impianto creerebbe disoccupazione in quanto questo tipo di economia verrebbe man mano cancellata da simili scelte.

3) Sono inoltre da considerare i disagi provocati da impianti che nascono a ridosso di centri abitati, per l’aumento di traffico di mezzi pesanti sulle strade vicinali e poderali, disturbo alla quiete pubblica e per il cambiamento dell’assetto colturale dei terreni, che porterebbe ad abbandonare produzioni di pregio, biologiche e di qualità.

4) E’ inoltre da valutare attentamente l’impatto sulla salute e sulla sicurezza pubblica, visto che siamo in presenza di impianti nocivi di primo grado, ipotesi scientificamente dimostrata.

Francesca Caproni – Gruppo consiliare Liberiamoci

 



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