Panta rei.....

Da Madamadore
Questo post è dedicato a tutti quei genitori che sono alle prese con la presenza più o meno fissa dei loro figli nel lettone.Prima di esprimere quello che penso in quanto mamma, vorrei raccontarvi la mia esperienza di figlia.Per molto tempo a casa mia le cose si sono svolte in questo modo: con la scusa che non volevo dormire sola nella stanza, quando nel bel mezzo della notte mi capitava di svegliarmi, rigorosamente scalza, con gli occhi chiusi e cuscino in mano, con una corsa spasmodica mi dirigevo nella stanza dei miei, in particolare dal lato di mia madre, spingevo lei nel mezzo del letto e mi nascondevo dietro la sua schiena credendo così di passare inosservata agli occhi di mio padre che dei due era quello che digeriva peggio la cosa. Sforzo, che poi ho scoperto essere stato inutile, visto che mio padre ha il sonno leggero come quello di una piuma e quindi si accorgeva dei miei propositi prima ancora che raggiungessi la loro stanza.Per cercare di risolvere il problema i miei decidono di regalarmi una sorellina, ma quando, passati i suoi primi mesi di vita, decidono di spostarla nella mia camera, commettono un errore grossolano, perchè programmano il trasferimento pochi giorni dopo aver portato me a vedere il film E.T.Così la mia paura di dormire sola, come niente, si trasforma in quella di dividere la stanza con un extraterrestre, (in cuor mio credevo, vista una certa somiglianza, che E.T avesse preso il posto di mia sorella).E' a quel punto che i miei genitori decidono di porre fine al problema e dopo aver consultato i luminari della psicologia infantile di allora banalmente decidono una notte di farmi trovare la porta della loro stanza  chiusa.
La mia corsa ad occhi chiusi viene interrotta da uno scontro frontale contro la porta, all'impatto seguono momenti, che ricordo interminabili, di silenzio. Dopo, costretta ad aprire gli occhi, inizio a chiamare disperatamente mia madre, soltanto in seguito scoprirò che a mia madre fu vietato di alzarsi dal letto, quindi, prendo coscenza del fatto che nel bel mezzo della notte ero sola ad occhi aperti in quel corridoio che tanto temevo, all'improvviso mi convinco del fatto che forse era meglio affrontare il pericolo di brutti incontri nel mio letto magari nascosta sotto le coperte. E così con la coda tra le gambe me ne torno nella mia stanza.
Detto questo, oltre al fatto che ogni volta che ripenso a questa storia, mi verrebbe voglia di denunciare i miei genitori, credo che l'epilogo di questa vicenda in un modo o nell'altro sarebbe stato sempre lo stesso. E cioè ci sarebbe stato un giorno in cui per un motivo o per l'altro io avrei ritenuto opportuno restarmene buona nel mio letto.
La questione del lettone è come quella del ciuccio o dei pannolini. Arriva un momento in cui il bambino capisce che è giunta l'ora di cambiare.
Ogni età ha le sue gioie e i suoi problemi. Personalmente ritengo che il contatto fisico che i bambini cercano quando vogliono venire nel nostro lettone, (ammesso che il tutto non assuma contorni patologici) debba considerarsi una gioia perchè è un'esigenza che svanisce con gli anni e della quale noi genitori rischiamo di sentire la mancanza.