“Era rimasta orfana giovanissima ed era stata allevata da uno zio che possedeva un bar nella periferia della città. Un brutto quartiere di edifici avvelenati dallo smog e improvvise tundre di erbacce abitate da prostitute allegre e cani disperati. Il nome della ragazza secondo alcuni era Maria, nome assai banale per una futura leggenda”
La localizzazione esatta in cui si svolge la trama non è specificata. Si pensa possano essere gli anni Sessanta, e ci troviamo in un luogo magico, della cui descrizione Benni è maestro. Nei sotterranei della città, all’Accademia dei Tre Principi, la sala da biliardo più grande e conosciuta della zona.
Una rampa di scale conduce in un mondo “buio e silenzioso”, dove può accedere soltanto chi ha il coraggio di penetrare le viscere della terra. Qui si ritrova una parte di umanità ai margini e disillusa che, attraverso il gioco, crede di poter cambiare le proprie sorti e vincere.
La voce narrante è quella di un ragazzino di 15 anni, di cui non sappiamo il nome. Di lui è noto soltanto che ha lasciato la scuola, e ora vive “pericolosamente”, facendo il cameriere tutto fare, in questo mondo sotterraneo popolato da giocatori incalliti, prostitute e fumatori compulsivi.
Un mondo dove la notte è sovrana. Manca però una dea. Ma ecco che un giorno, in questo universo maschile, in cui incrociano le stecche i vari personaggi, quali Puzzone, Tramal- Naik, Elvis, la Mummia, il Professore, Tamarindo, sotto la supervisione del vecchio e cieco Borges, fa il suo ingresso una dark lady, elegante e flessuosa come una pantera, con una caschetto nero che ricorda la Valentina di Crepax.
“Quanti anni aveva? Venti o trenta, non importa, si è regine a qualsiasi età”. Una ragazza che ha un vero e proprio talento per il gioco del biliardo e spera di riscattarsi da un brutto passato. Attraverso il gioco, chiede vendetta. Sfida i campioni dei Tre principi, e ad uno ad uno, li batte tutti. E il giovane protagonista, se ne innamora perdutamente. Finché per l’ultima sfida, arriva Jones, l’Inglese, alto e biondo, che assomiglia a David Bowie.
Pantera passa il testimone ad “Aixi”(pron. Aiji). Si tratta di una ragazzina di 12 anni che vive sul mare, probabilmente in Sardegna, anche se non è specificato, e che si sente sirena. Si trova molto più a suo agio nelle profondità marine, piuttosto che in superficie. Aixi, che in sardo significa “sardina”, dovrà mettere alla prova se stessa e superare una dura sfida.
Ricordando “Il vecchio e il mare” di Hemingway, vivrà un’aspra battaglia con un grosso pesce. Benni lascia, in entrambe le storie, un finale aperto, a ribadire che è l’uomo artefice del proprio destino, e che nulla è stato ancora scritto nel libro della vita. Si può sempre cambiare la propria sorte.
Attraverso un linguaggio ironico e al tempo stesso grottesco, ci parla di storie di coraggio e di sfide che prima di tutto si fanno contro se stessi. Le illustrazioni di Luca Ralli, che accompagnano il libro, danno il giusto apporto alla storia, e aiutano il lettore ad entrare nel clima. Un libro che rappresenta un grande riscatto per il pubblico femminile, perché “Pantera” parla di donne che affrontano con successo le loro paure.
Written by Cristina Biolcati