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Paola Iezzi reinterpreta i Daft Punk e gli anni ’80 con l’EP “i.Love”

Creato il 05 novembre 2014 da Marianocervone @marianocervone
Paola Iezzi reinterpreta i Daft Punk e gli anni ’80 con l’EP “i.Love” Dopo l’ultimo album insieme, Giungla (2013), Paola e Chiara hanno deciso di interrompere il loro percorso artistico comune, intraprendendo carriere soliste in direzioni (musicali) decisamente diverse. Da sempre attenta alle mode e alle tendenze del momento, Paola Iezzi, la sorella bruna del duo, ritorna alla musica domani, 6 Novembre, con l’EP i.Love, lavoro in cui, sin dal titolo, traspare quella cultura social-pop e quell’amore per i social network e il contatto diretto con i fan, mai celato dall’artista. L’artwork di copertina è affidato, ancora una volta, all’obiettivo del fotografo-compagno Paolo Santambrogio, che da sempre accompagna i lavori della cantante: uno scatto vintage newyorkese in cui Paola, in posa meditativa, come un apache glamour. Tre cover e quattro remix, in puro stile Paola Iezzi, che cavalcano un po’ le tendenze musicali del momento, a cominciare da uno dei successi della scorsa estate, Get lucky dei Duft Punk, reinterpretato, forse non proprio con originalità, con un arrangiamento più lento, cui al falsetto del pezzo del duo francese si sostituisce la suadente voce della Iezzi, sulla falsariga di Lana Del Rey, già proposto dall’artista per la cover Losing my religion dei REM (pubblicata su YouTube qualche anno fa), o forse, più propriamente, ispirata alla cantante inglese Daughter, che un paio di anni fa ne incise una versione con un concept simile per il Live Lounge di BBC Radio One. Gli altri due brani contenuti in questo extended play arrivano dalla scena musicale anni ’80, The Sun Always Shines On Tv degli A-Ha e Live To Tell di Madonna, uno dei brani più amati da Lady Ciccone, pezzo principale del Confessions Tour, quando la cantante la interpretava attaccata ad una croce di strass, riproposte invece, come si legge dal sito tmnews.it, in uno stile “electro-western-country” un po’ à la Hey Brother degli Avicii, arrangiamenti, questi, decisamente più interessanti e sperimentali per i due brani scelti.

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