Etimologia
Punto, propriamente, sta a significare puntura. La derivazione è latina: punctùm. Fin dai tempi più lontani, è chiaro il riferimento al piccolo foro che si fa introducendo uno strumento appuntito.
Per estensione, punto è anche il breve spazio che separa due fori in un tessuto e li unisce con un tratto di filo. E’ poi un segno tondeggiante fatto con la penna o la matita (o la tastiera, visto che si scrive più così che in altro modo, da qualche anno a questa parte) per chiudere una frase di senso compiuto.
Nell’antichità, poi, il punto poteva indicare anche il voto, perché con questo segno su una tavoletta si esprimeva la propria prefernza per un candidato. Portare tutti i punti, quindi, stava a significare che si era stati eletti a maggioranza assoluta.
Classifiche
Basta un’occhiata a Ibs per rendersi conto che il libro più venduto questa settimana è Il profumo delle foglie di limone (Clara Sánchez, Garzanti) seguito da La mappa del destino (Glenn Cooper, Nord) e L’allieva (Alessia Gazzola, Longanesi).
La sezione riservata ai gialli e ai noir, sempre da Ibs, vede invece sul gradino più alto La mappa del destino (Glenn Cooper, Nord); a seguire, Appunti di un venditore di donne (Giorgio Faletti, B.C. Dalai) e L’allieva (Alessia Gazzola, Longanesi).
Queste classifiche complete si possono trovare anche su www.varesenoir.tk, aggiornate pressoché in tempo reale. Insieme a tante altre, ovviamente.
Qualche consiglio di lettura noir
Il punto di rottura (di Daphne Du Maurier)
Euro 10,00 – Pagg.303 – Il Saggiatore
Daphne du Maurier sorprende i personaggi quando il legame tra ragione ed emozione sta per spezzarsi. In questo, bisogna ammetterlo, la scrittrice è una vera Maestra. Qualche esempio? James capisce all’improvviso di poter uccidere senza sensi di colpa. Dopo un’operazione chirurgica, la signora West può distinguere la vera personalità di chi incontra. La giovane Deborah, di punto in bianco, scopre un mondo magico. E vi entra. Le storie sono tanto crudeli quanto emozionanti. Perché la du Maurier sa scrivere e conosce la psicologia.
Punto di rottura (di G.L.Barone)
Euro 18,00 – Pagg.255 – A.CAR.
La Russia possiede più di 27.000 ordigni nucleari, conservati male e custoditi peggio. E possiede anche centinaia di funzionari disposti a svenderli. Fra questi, un trafficante d’armi sospettato di avere trafugato quattro testate nucleari da un magazzino dell’Ucraina. Quando una ricercatrice universitaria viene assassinata dopo un viaggio in Russia, nessuno pensa vi sia un nesso fra i casi, ma il nesso c’è eccome. Il marito della donna, anch’egli cronista, inizia a d indagare. I guai veri iniziano qui e si aggravano quando un missile nucleare si inabissa nel mar del Giappone, dopo un lancio fallito della Corea del Nord. Insomma, Barone è italianissimo, ma scrive come un americano di quelli che ci sanno fare. E il nuovo romanzo appena uscito (I figli del serpente) è un’altra spy story che riesce ad appassionare davvero.
Compleanno letterario
Festa da 94 candeline per l’americano Sidney Sheldon, scrittore, sceneggiatore e regista della grande Hollywood.
Iniziò giovanissimo a lavorare presso gli Universal Studios, come lettore di manoscritti, e la sua carriera si coronò anche con un Oscar nel 1948 per la miglior sceneggiatura di “Vento di primavera” con Cary Grant.
È stato anche autore di telefilm più che celebri, come “Cuore e batticuore” e “Strega per amore”.
Oltre a lavorare per il cinema e la TV, comunque, Sheldon ha sfornato decine di romanzi di successo. Non per nulla è fra i primi sei autori più venduti al mondo, insieme ad Agatha Christie e George Simenon (che, tra l’altro, proprio il 12 febbraio ha compiuto 108 anni).