l’incontro era stato organizzato dall’editore di giordano, mondadori, e l’argomento era Il corpo umano, seconda prova dello scrittore torinese. la prima non l’ho letta e la seconda l’ho letta al quaranta per cento*, ma ho aderito all’invito per cercare di capire quanto potesse essere utile un incontro riservato a pochi intimi: una decina di blogger, l’agente di giordano laura grandi, alessandro braga, sempre di grandi & associati, gli editor giulia ichino e antonio franchini, anna da re delle digital pr di mondadori. poi ho dedotto che forse mondadori comincia a guardare con attenzione a chi parla di libri nella rete e desidera creare una qualche comunità omogenea e disponibile a una relazione continuativa di attenzione ai propri prodotti. giordano è stato giovane fra i giovani, ha dato del tu a tutti, ha risposto a una serie di domande su libro e personaggi; ha dichiarato, a proposito della sua maestra elizabeth strout, di tendere come lei all’isolamento, che la sua vera natura gli imporrebbe di non fare altro che scrivere, senza comparire. la serata è stata concepita con sobria informalità ed è stata senza dubbio più gradevole di quelle presentazioni al prosecco in cui alla fine tutti si lanciano sul magro buffet. penso dunque che continuerò a partecipare, e che la prossima volta leggerò il libro da recensire per intero.
*una noterella tecnica, sia pure sul quaranta per cento: un militare dice all’altro, rispondendo a una domanda riguardante la quantità di donne disponibili durante la missione in afghanistan, “In nessun dannato campo estivo si scopa quanto in missione”. be’, quel “dannato” mi suona artificioso, come una cattiva traduzione dall’inglese della battuta di un film, peraltro in un testo molto attaccato alla realtà, della polvere, del corpo sudato e sporco, del corpo malato, del corpo desiderato.