Paolo Nori, Siamo buoni se siamo buoni, Marcos Y Marcos

Creato il 11 novembre 2014 da Atlantidelibri

Nasce da una esperienza personale molto significativa per l’autore questo delizioso libro in perfetto stile Marcos Y Marcos, pieno di vita ed emozione.  Lo stile è quello della narrazione orale, quello che potete trovare anche in Ugo Cornia, ben impregnato di ironia, quanto di perfette illuminazioni sulla vita e sul mondo che ci circonda.

Ritorna Ermanno Baistrocchi, che non fa più l’editore; ha scritto un romanzo, con la particolare clausola di farlo pubblicare solo dopo la sua morte. Ma un incidente stradale, come in Grandi ustionati, lo conduce molto vicino all’aldilà, in coma, e al risveglio scopre che il suo libro è stato pubblicato, sfruttando l’onda emozionale. Ed è diventato un successo.

Paolo Nori è davvero una piacevole sorpresa per la sua capacità di reggere il filo di una storia animata dal richiamo alla propria autobiografia, brillantissime divagazioni letterarie (un emiliano che cita Nino Pedretti e Raffaello Baldini), spunti e riflessioni che la vita comune offre, sensibilità, genialità ed ironia! Cercate altro? Ci sono anche altri memorabili personaggi, dal genero chiamato l’Illuminista, che per cambiare una lampadina chiama l’elettricista, ed è anche quasi a km zero, vivendo a Casalecchio

Paolo Nori, Siamo buoni se siamo buoni, Marcos Y Marcos

Ermanno Baistrocchi si sveglia in un letto d’ospedale e subito salta fuori sua moglie. Eran degli anni, che non la vedeva, e gli vien da pensare, a vederla così, da vicino, che ha tanta di quella pelle. E le dice anche una cosa che forse non avrebbe avuto il coraggio, di dirgliela, se non avesse picchiato la testa, e gli sembra che sia così bella che gli viene da chiedersi «Ma perché, è così bella?»

Poi salta fuori sua figlia, Daguntaj, che ride di fianco al letto intanto che legge un romanzo che ha scritto Ermanno, La banda del formaggio, si intitola, poi salta fuori Cianuro, uno spacciatore romagnolo che deve chiedergli un favore, poi salta fuori la Mirca, l’ufficio stampa della casa editrice che prima era di Ermanno adesso lui l’ha venduta, poi salta fuori Salvarani che ha comperato la casa editrice di Ermanno e si è impegnato a pubblicare il romanzo, La banda del formaggio, solo dopo che Ermanno è morto.

E l’ha pubblicato prima perché i giornalisti davan la morte di Ermanno come un fatto certo e imminente, e quando uno scrive un romanzo e poi muore, è una strategia di marketing vincente, dice Salvarani, e Ermanno è d’accordo.

E quel romanzo che ha scritto, La banda del formaggio, Ermanno l’ha scritto per raccontare la storia del suo migliore amico, Paride, che si è suicidato, e adesso Ermanno si accorge che gli è successa una cosa stranissima che dicon però che succede: una persona scompare, e il mondo si ripopola.

E in questo mondo lui delle volte vorrebbe delle cose che gli vien da pensare che non succederanno mai, ma mai, ma mai mai mai mai mai, e delle altre volte si dice che basta essere buoni per due mesi, e poi per altri due mesi, e poi per altri due mesi, e poi dopo vediamo.

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