Fino al 5 ottobre 2014 al Palazzo della Gran Guardia di Verona una grande mostra celebra Paolo Caliari detto il Veronese. Il pittore più celebrato e apprezzato di Venezia, nato nel 1528 a Verona da una famiglia popolana, padre nonno e bisnonno scalpellini. Celebrato oggi da un itinerario di altre quattro esposizioni per tutto il Veneto. E' l'occasione per tornare a fare l'elogio del Veronese, l'uomo che ha segnato il suo tempo, rendendo i fasti veneziani con incredibile maestria e ricchezza di colori, con gioielli, belle donne, broccati, velluti, fiori esotici, sfondi architettonici sublimi, colonne, marmi, scale, alberi e i più bei cani e gatti che avesse avuto o incontrato. La pittura era per lui un lavoro continuo, grande passione, giorno e notte aiutato dal cognato e da due dei suoi figli, che alacremente eseguivano sotto i suoi occhi i dettagli più strabilianti. Non c'era corte d'Europa che non volesse le sue opere. Sarà l'unico, o quasi, a uscire indenne da una serie di processi che l'Inquisizione allestì per censurare gli eretici e condannarli. Venne messo a processo per aver accostato alla figura di Cristo e dei dodici apostoli, nella sua Ultima Cena, buffoni, scimmie, lanzichenecchi, cani e altro ancora. Taciturno, cattivo scrittore, ottimo contabile di se stesso, Paolo Veronese tenne testa ai giudici con candore e malizia. Esce dal Tribunale con l'ordine di cancellare le figure giudicate improprie dal telero realizzato per i Domenicani dell'Oratorio di San Giovanni e Paolo. Ma siccome il contratto firmato precisava che ci dovevano essere circa un'ottantina di figure, credette di dover pagare una penale. Fu così che ebbe l'idea di cambiarne il titolo da Ultima Cena a Cena in casa Levi, cioè la tavola imbandita dal ricco Matteo, un Levi, per Gesù e gli apostoli nel giorno della sua conversione.Quel dialogo con i giudici, come l'opera in questione, restano i capolavori di questo grande artista, dalla splendente biografia, che si concluse a Venezia nel 1588 per una febbre improvvisa presa per essersi troppo a lungo mescolato con la folla di una processione pasquale, cosa che gli piaceva moltissimo.Per tutte le info sulla mostra di Verona e tutti gli altri eventi collegati, seguire il sito: www.mostraveronese.it
Paolo Veronese. L'illusione della realtà
Creato il 22 settembre 2014 da Artesplorando @artesplorandoFino al 5 ottobre 2014 al Palazzo della Gran Guardia di Verona una grande mostra celebra Paolo Caliari detto il Veronese. Il pittore più celebrato e apprezzato di Venezia, nato nel 1528 a Verona da una famiglia popolana, padre nonno e bisnonno scalpellini. Celebrato oggi da un itinerario di altre quattro esposizioni per tutto il Veneto. E' l'occasione per tornare a fare l'elogio del Veronese, l'uomo che ha segnato il suo tempo, rendendo i fasti veneziani con incredibile maestria e ricchezza di colori, con gioielli, belle donne, broccati, velluti, fiori esotici, sfondi architettonici sublimi, colonne, marmi, scale, alberi e i più bei cani e gatti che avesse avuto o incontrato. La pittura era per lui un lavoro continuo, grande passione, giorno e notte aiutato dal cognato e da due dei suoi figli, che alacremente eseguivano sotto i suoi occhi i dettagli più strabilianti. Non c'era corte d'Europa che non volesse le sue opere. Sarà l'unico, o quasi, a uscire indenne da una serie di processi che l'Inquisizione allestì per censurare gli eretici e condannarli. Venne messo a processo per aver accostato alla figura di Cristo e dei dodici apostoli, nella sua Ultima Cena, buffoni, scimmie, lanzichenecchi, cani e altro ancora. Taciturno, cattivo scrittore, ottimo contabile di se stesso, Paolo Veronese tenne testa ai giudici con candore e malizia. Esce dal Tribunale con l'ordine di cancellare le figure giudicate improprie dal telero realizzato per i Domenicani dell'Oratorio di San Giovanni e Paolo. Ma siccome il contratto firmato precisava che ci dovevano essere circa un'ottantina di figure, credette di dover pagare una penale. Fu così che ebbe l'idea di cambiarne il titolo da Ultima Cena a Cena in casa Levi, cioè la tavola imbandita dal ricco Matteo, un Levi, per Gesù e gli apostoli nel giorno della sua conversione.Quel dialogo con i giudici, come l'opera in questione, restano i capolavori di questo grande artista, dalla splendente biografia, che si concluse a Venezia nel 1588 per una febbre improvvisa presa per essersi troppo a lungo mescolato con la folla di una processione pasquale, cosa che gli piaceva moltissimo.Per tutte le info sulla mostra di Verona e tutti gli altri eventi collegati, seguire il sito: www.mostraveronese.it
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