Papa Bergoglio, e i preservativi?

Creato il 04 dicembre 2013 da Leragazze

Avete fatto caso che dell’infezione da HIV si parla solo un giorno l’anno, il primo dicembre, giornata mondiale di lotta all’AIDS? Nei rimanenti 364 giorni si tende a ritenere il problema risolto, o al massimo limitato ai paesi cosiddetti poveri.

I numeri diffusi in questi giorni, invece, dicono qualcosa di diverso. Nel nostro paese, come nel resto dell’Europa, le persone non solo continuano a contrarre HIV, ma per una buona percentuale ricevono la diagnosi con un notevole ritardo, poiché non si sottopongono al test, andando incontro, di conseguenza, a una minore efficacia delle terapie.

Papa Bergoglio, fin dall’inizio del suo pontificato protagonista di prese di posizione anche sorprendenti rispetto ai predecessori, ha voluto affrontare il tema durante l’Angelus di domenica primo dicembre.

Ha pronunciato parole sacrosante riguardanti l’accesso alle terapie per ogni malato e ha espresso la propria vicinanza alle persone affette da HIV, specialmente ai bambini. E ha concluso: “Preghiamo per tutti, anche per i medici e i ricercatori”.

Per gli psicologi e gli altri operatori sanitari no, ma lasciamo perdere.

Tutto qui, Bergoglio? A far così sono stati capaci tutti. Non è stato proprio niente di particolare. Dunque, almeno su questo tema,è rimasto in linea con chi l’ha preceduto: sulla prevenzione, leggasi sull’uso del preservativo, infatti, nemmeno una parola. Però bisogna riconoscergli che non ha indicato la necessità dell’astinenza per fermare la diffusione del virus. È stato detto, è stato detto, credetemi.

Comunque, se vogliamo sentirci per telefono per un approfondimento io sono disponibile.