Papà e pannolini: come me la sono cavata

Da Cicciouccello
La prima volta è stata memorabile.Mi ero esercitato per tanto tempo, avevo letto, avevo guardato chi era più esperto di me. Ricordo le luci, le lacrime e le voci intorno. Ricordo che sudavo e il cuore mi batteva a mille. Non si dimenticano tutti quegli occhi addosso quando sei tu l’unico protagonista e tutti aspettano solo la tua performance.
 “Beh il bambino lo hai preso un po’ troppo violentemente e i lembi non erano perfettamente allineati per cui per me questa volta è NO”.“Per me invece è stato bravo perché gli ha parlato mentre lo faceva e si è ricordato anche della crema sul culetto. Bravo per me è SI”.“Ho puntato molto su di te e ci ho creduto sin dall'inizio. Sei stato bravo nel metterti in gioco in un campo a te non consono. Hai veramente l’X Factor. Per me è SI tutta la vita.
Il mio primo cambio di pannolino sul fasciatoio è stato proprio così, come se a casa ci fosse la giuria di X Factor. Per fortuna ho avuto due SI e la prova è stata superata, ma non si possono fare le cose con tutta questa pressione perché rischi di sbagliare.Per fortuna l’esperienza e la maturità col tempo allentano la tensione e così pian piano vai sciolto, fai le cose con estrema sicurezza e tranquillità. Addirittura oggi ogni tanto mi chiamano pure per far parte della giuria.A dire il vero non è andata sempre così perché io ho due maschi che quasi sempre vogliono che tutto sia fatto dalla loro mamma. 
Sì, la Maaa-mma, la Maaa-mma.(da ripetere ad alta voce con intonazione da Lerch della famiglia Addams)Ed è stato proprio sul fasciatoio che ho iniziato a dialogare:
 “Adesso tocca a noi piccolino. Ti faccio vedere io”.
“E la mamma dove sta? Io voglio la mamma. Ma tu chi sei?”
“Guarda bambino che sarei tuo padre e vuoi o non vuoi capiterà sempre più spesso che sia io a fare le cose al posto della mamma”.
“Cosi pensi! Ti renderò la vita un inferno e metterò la tua autostima sotto i piedi cosicché sarai costretto ad abbandonare e a far ritornare la mamma”.
“Vedi di fare il bravo perché non solo ti devo vestire, lavare e dare da mangiare, ma devo dimostrare pure che lo so fare senza problemi.
“Non hai capito niente. Tu non sarai mai come la mia mamma. Io voglio la mamma, non voglio te. Ma il papà non lavora tutto il giorno e torna la sera?”
“Sono cambiati i tempi figlio mio. La mamma esce presto la mattina e così tante cose le dovrai fare con me”.
“Uffa, non lo so se mi piace questa cosa”.
“Te la fai piacere caro mio, ma non ti devi preoccupare perché saremo in due a preoccuparci di te. Mamma lo farà come lo fanno le mamme ed io come lo fanno i papà”.
“Va bè, vediamo che sai fare, ma non sarà facile per te sappilo”.
“Dai, ora alza le gambe e non ti muovere in continuazione”.
“Mica sono un bambolotto”.
“Abbassa “sto coso” che mi fa pure impressione.
“Hasta la victoria siempre”.
“Sì, proprio l’asta. Ma se tieni un brufoletto”.
“Guarda che ti faccio la pipì addosso”.
“E io ti lascio sporco”.
“E io piango fino a sfondarti i timpani”.
“Aspetta che ti metto la crema”.
“Sì, ma poca altrimenti sembra sempre che ho il culo bagnato”.
“Ce ne vuole tanta, altrimenti diventa rosso”.
“Non vedi che poi ti resta pure sul dito?”
“Non ti preoccupare che poi me lo pulisco”.
E’ bello quando riesci nelle cose con i tuoi figli, è bello quando riporti il bambino pulito e profumato a tua moglie che ti guarda con aria soddisfatta di chi ha un marito che collabora.
“Amore, scusa, ma perché il bambino ha questi segni da indiano in faccia?”
“No, niente”.
“Ma è crema”.
“Beh, sì, mentre gliela spalmavo si è toccato un po’ e poi si è messo le mani in faccia”.
Adesso hai capito chi comanda, piccolino?
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