Papa Francesco ha mantenuto la sua promessa ed il 21 marzo si è recato a Napoli effettuando tutte le visite che aveva inserito nel programma. Alle 9:00 è arrivato a Scampia e attraversando le strade con la papa mobile ha accolto con entusiasmo la gioia delle genti del rione che sventolavano striscioni e bandierine in onore del Santo Padre. Papa Francesco seguendo le umili parole recitate dal Vangelo di Matteo “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”, ha abbracciato e baciato tutti i bambini che correvano per salutarlo con un “selfie”.
L’immagine bellissima di Francesco a Scampia arriva in diretta a tutti i fedeli che in piazza Plebiscito ne attendevano ansiosi l’arrivo. La figura di un Padre, Papa ed anche Papà appare davanti agli occhi di tutti quando sedutosi in Piazza Giovanni Paolo II si fa circondare da tutti i bambini che lo acclamano. Nel suo discorso è alla massa di persone sofferenti, in difficoltà quotidiana che non riescono a garantire sempre il pane sulle tavole delle loro case, che lancia il suo appello: “Ma, il problema non è mangiare, il problema più grave è non avere la possibilità di portare il pane a casa, di guadagnarlo! E quando non si guadagna il pane, si perde la dignità!”. E dunque è la dignità della persona che deve essere rivalutata soprattutto da uno Stato che effettivamente manca che non offre appunto la possibilità di lavorare, di guadagnare e di nutrirsi.
Mentre la folla di Scampia dà il suo arrivederci, Papa Francesco alle 11:00 è già in piazza Plebiscito pronto per la Mensa Eucaristica. A coordinare il tutto c’è una schiera di sacerdoti che si affannano sul palco insieme al cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. L’Omelia del Santo Padre è forte ed improntata sulla ricorrenza della giornata della memoria e dell’impegno di tutte le vittime innocenti di tutte le mafie. Difatti è stato scelto il 21 marzo come data della visita in virtù della memoria delle tantissime vittime affinchè i familiari e tutto il popolo possano avere un segno di speranza: così come il primo giorno di primavera, il seme della legalità risorge ancora più forte in questo giorno.
Papa Francesco inizia la sua Omelia con una frase simbolo diventata monito della sua visita a Napoli:“Cari napoletani non lasciatevi rubare la speranza! Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti: questo è pane per oggi e fame per domani. Non ti può portare niente! Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini. Non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate che la vostra gioventù sia sfruttata da questa gente!La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città! E di più: non sfigurino la gioia del vostro cuore napoletano! Ai criminali e a tutti i loro complici oggi io umilmente, come fratello, ripeto la Chiesa ripete: convertitevi all’amore e alla giustizia”. Il messaggio essenziale è quello della conversione in primis dell’anima di ogni persona e poi della società, della mentalità, di un modo di pensare corrotto che schiaccia sempre di più i deboli.
In questa città ed in questo Paese travagliato dai mille affanni e dal peso della corruzione l’unico strumento oltre la preghiera per combattere il male è la speranza. Continua così il Papa:“Questa città può trovare nella misericordia di Gesù Cristo, che fa nuove tutte le cose, la forza per andare avanti con speranza, la forza per tante esistenze, tante famiglie e comunità. Sperare è già resistere al male. Sperare è guardare il mondo con lo sguardo e con il cuore di Dio”. Nessuno potrà mai spezzare le ali della speranza del popolo napoletano.