Magazine Attualità

Papa Francesco a Rio de Janeiro ricorda l’importanza dei nonni

Creato il 27 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Papa Francesco, Brasile, nonni, pontefice, Rio de Janeiro, Chiesa

Thanks to Fczarnowski.

Presso il palazzo arcivescovile di Rio de Janeiro, in occasione dell’Angelus, Papa Francesco ha voluto rivolgere un pensiero ai nonni, ricordando dunque come in diversi Paesi, tra cui il Brasile – proprio nella giornata di oggi – si celebri la festa in loro onore. Nel ricordare i nonni, il Pontefice ha voluto sottolineare l’importanza di stabilire un incontro fra le generazioni, e dunque un dialogo profondo già all’interno della famiglia, giacché quest’ultima è a tutti gli effetti “un tesoro da conservare e alimentare”. È così che la famiglia, perno dell’incontro intergenerazionale, rappresenta per Francesco l’inizio di un futuro per i popoli costruito direttamente sull’amore. Insomma, queste le sue parole: “Bambini e anziani costruiscono il futuro dei popoli”. Cosa starebbe dunque alla base di questo incontro fra generazioni diverse? Per Papa Francesco questo tesoro sarebbe custodito nel bagaglio esperienziale e nel coraggio di ognuno. Così, proprio come i giovani hanno l’ardire di costruire la storia, gli anziani sono la luce-guida che tramanda nel tempo un “patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società”. In altri termini, i nonni sarebbero la testimonianza vivente di una saggezza, e pertanto il Pontefice stesso ha voluto benedirli perché possano “invecchiare con sapienza”. E restando sul tema, il Papa ha scherzato dicendo: “Che si possa essere come il buon vino, che quando invecchia migliora. È più buono”. Sono state queste le parole pronunciate – nel suo fare anticonformista – durante la messa presso la residenza di Sumaré. In aggiunta ha detto: “Dio ci doni la grazia di invecchiare con sapienza, di invecchiare con dignità”:
In tutto questo tesoro, per Papa Francesco la famiglia è il fulcro inalienabile per trasmettere alle nuove generazioni la fede in Cristo. “Oggi la Chiesa celebra i genitori della Vergine Maria, i nonni di Gesù, i Santi Gioacchino e Anna. Nella loro casa è venuta al mondo Maria, portando con sé quello straordinario mistero dell’Immacolata Concezione. Nella loro casa è cresciuta, accompagnata dal loro amore e dalla loro fede. Nella loro casa ha imparato ad ascoltare il Signore e a seguire la sua volontà”. Il discorso pronunciato dal Pontefice nella mattinata, durante il viaggio apostolico in Brasile, può dirsi un autentico estratto di teologia della famiglia, dove la morale cristiana si interseca in tutto e per tutto coi risvolti concreti e quotidiani dell’esperienza umana. In questo senso, si è focalizzata l’attenzione sulle figure dei Santi Gioacchino ed Anna, che sarebbero i modelli forti dell’amore di Dio trasmesso lungo la storia. Un amore giunto fino a Maria ed incarnatosi nel suo grembo. Con la figura umana di Cristo, quest’amore è poi giunto agli uomini.
Per la sua franca umanità e il suo essere sopra ogni pronostico caritatevole, Papa Francesco è stato ribattezzato il “Papa del popolo”, ricordando un po’ – in queste parole – la semplicità di quel Roncalli che passò alla storia come Giovanni XXIII. L’umanità di Francesco si realizza dunque nella vicinanza alle sofferenze della gente comune, di quegli uomini che ogni giorno lottano onestamente e con dignità per sopravvivere alle insidie della vita. Nella mattinata di oggi Francesco ha confessato cinque ragazzi brasiliani. Fra questi il 22enne Renan Souza, impiegato presso il Comune di Paracuru. Terminata la confessione, Souza avrebbe commentato alla stampa, con queste poche parole: “È il Papa del popolo. È molto generoso”.
Ultimate le confessioni, Papa Bergoglio si è recato al Palazzo di San Joaquim, dove ha appunto sede l’arcivescovado di Rio de Janeiro. È stato dunque ricevuto dall’arcivescovo Orani Joao Tempesta, e di lì a poco è andato in visita a cinque giovani detenuti. Il portavoce vaticano Federico Lombardi ha così commentato: “È stato un incontro molto piccolo, con solo cinque giovani”. Un incontro che, tuttavia, ha segnato il viaggio in Brasile. Un’ennesima testimonianza di un Papa che sa e che vuole al contempo vivere e star vicino alle sofferenze degli umili. Non si ha da temere la sofferenza perché spesso può far paura. È doveroso conoscerla e non sfuggirla. In questo, in fondo, si riconoscono già i fondamenti del pontificato di Karol Wojtyla, che parlò appunto – per la prima volta – di “Vangelo della sofferenza”.

Articolo di Stefano Boscolo


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :