La papaya, detta anche Carica papaya o Caricae papayae è un arbusto originario dell’America Centrale, diffuso ormai in tutti i Paesi con climi tropicali. Si presenta come un albero simile alla palma, alto fino a 9, 10 metri. Appartiene alla famiglia delle Caricaceae. Le foglie, larghe, dicevamo, sono molto simili alle palme. I fiori, disposti sotto le foglie, si presentano con petali di colore bianco. La principale caratteristica della papaya sono i frutti, molto grossi e pesanti e molto simili al melone, con colori che vanno dal verde, al giallo, all’arancione. Per le preziose sostanze contenute nella polpa e nel succo, la papaya viene esportata in tutto il mondo per usi alimentari. I frutti usati in cucina, però, sono più piccoli e pesano massimo un chilo, anche se in natura hanno dimensioni più grandi e un peso che può raggiungere anche i nove chilogrammi. Le dimensioni standard per la commercializzazione, permettono una maggiore conservazione dei frutti e ne evitano il deperimento. La papaya predilige i climi caldi, anche se si adatta a qualsiasi specie di terreno. L’importante è non coltivarla a temperature fredde che la farebbero marcire. La papaya non è rinomata solo per i suoi frutti, ma anche per le sue proprietà. Infatti veniva usata dai marinai che accompagnavano Marco Polo nei suoi viaggi, per evitare di ammalarsi di scorbuto, una malattia provocata da carenze vitaminiche. Attualmente gli estratti di papaya vengono usati negli ospedali dei paesi poveri per medicare le ferite ed evitare le necrosi. Le parti della papaya usate a scopi officinali, sono diverse, tra cui le foglie, le radici e il succo dei frutti.
La papaya non possiede effetti dimagranti, come erroneamente si potrebbe credere, ma solo digestivi. Gli estratti di questa pianta, infatti, aiutano la digestione difficile nei casi in cui si sono assunti troppi cibi proteici che aumentano i materiali di scarto all’interno del nostro organismo. Per tale motivo, questa pianta ha anche effetti depurativi. Le sue proprietà dipendono da importanti principi attivi, tra cui una miscela di enzimi che contengono la papaina, sostanza a effetto proteolitico, cioè che dissolve e digerisce le proteine. Il frutto, inoltre, è ricchissimo di vitamina C, ne contiene più delle arance e del kiwi. Presenti anche flavonoidi, oligoelementi e antiossidanti come la provitamina A e il betacarotene che aumentano l’alcalinità dell’organismo impedendo la formazione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. La papaina grezza si estrae dal lattice ottenuto per incisione del frutto in via di maturazione. Il lattice viene, poi, coagulato, essiccato e polverizzato. Le foglie, invece, che vengono usate nei disturbi gastrointestinali, come flatulenza, dispepsia e nelle infezioni da parassiti nello stomaco, si raccolgono prima della fruttificazione della pianta. Dopo, infatti, non sarebbe più possibile usarle, perché queste, nella parte inferiore, cadono subito dopo la nascita dei frutti che maturano con la piena esposizione solare. L’estratto dei semi di papaya è stato anche oggetto di studi sulla fertilità e sembra che su animali abbia provocato la riduzione o addirittura l’eliminazione della spermatogenesi. Ulteriori studi sono stati fatti sull’estratto di radice che su alcuni
topi ha rivelato effetti diuretici aumentando la quantità di urine emessa. Gli estratti di semi papaya sembrano anche avere effetti abortivi rilevati sempre da studi sui ratti a cui sono stati somministrati dei dosaggi molto alti di tali sostanze.
Per esplicare i suoi effetti benefici la papaya va assunta secondo una precisa posologia. Per usi alimentari basta semplicemente acquistare e consumare la polpa del frutto. Per usi officinali, invece, esistono diverse forme “farmaceutiche” a base di estratti di papaya. La principale forma erboristica della papaya è l’estratto di papaya fermentata che viene ottenuto sottoponendo tutto il frutto ( semi compresi) a un processo fermentativo in una sostanza liquida, dove vengono inoculati dei lieviti. Dopo alcuni mesi la miscela fermentata viene essiccata e polverizzata, formando l’estratto di papaya fermentata a cui vengono attribuite proprietà antiossidanti e di potenziamento delle difese immunitarie, tanto che si è avuto anche un dibattito sulla possibilità che prodotti a base di papaya fermentata potessero rivelarsi utili per curare l’Aids. Ma non esistono studi certi, per cui, a parte le notizie circolate anni fa sulla stampa, non esiste niente di verificato, escluso
il fatto che la papaya fermentata è solo un integratore alimentare. L’estratto di papaya fermentata si vende sotto forma di capsule. La dose consigliata è di 3, 4 capsule al giorno, da assumere con abbondante acqua, dopo i pasti principali.
Gli estratti di papaya si comprano in farmacia, erboristeria, parafarmacia e siti online. I prezzi per la stessa tipologia di prodotto possono variare sia in base al produttore che al canale di acquisto. Una confezione di 60 capsule da 450 mg ciascuna, con estratto di papaya fermentata, costa 19 euro.