Il figliuol prodigo
Disse ancora: – “ Un uomo avea due figli;
Il più giovane disse al genitore:
‘ Padre, lascia che il patrimonio io pigli
Per la parte che mi spetta!’ L’Amore,
se non la legge, impose al buon üomo
di accontentarlo. Così, il successore,
dopo non molti giorni, tomo, tomo
se ne partì in un paese lontano.
Là, quel giovane, dissoluto e indomo,
prese a sperperare in ogni vano
capriccio le sue sostanze. Or quando
le ebbe spese tutte, piano, piano,
venne a trovarsi nel bisogno. Fu andando
a pascolare porci che si rese
conto, che quegli animali, mangiando
liberamente le carrube stese
per terra, stavano meglio di lui.
Allora rientrò in sé e disse: ‘Il mese
Che viene dato a chi lavora sui
Campi di mio padre avanza le spese
Di mantenimento, mentre io, qui,
muoio di fame. Ora mi alzerò
e andrò da mio padre a dirgli: Ho peccato
contro il Cielo e contro di te. Perciò
sono indegno d’essere nominato
tuo figlio. Trattami come un garzone!’
S’incamminò così determinato
Verso ‘l padre, che ne intuì l’intenzione
Vedendolo da lontano e, commosso,
gli corse incontro con grande emozione,
abbracciandolo e baciandolo. Scosso,
non di meno, gli disse: Contro il Cielo
ho peccato e contro te. Con addosso
tanta vergogna e pentimento te lo
dico!’ Ma il padre disse ai servi: – “ Presto,
portate qui il meglio e rivestitelo,
mettetegli l’anello al dito e, lesto,
tu”- disse ad un altro servo- “va, porta
qui i suoi calzari! Nessuno sia mesto
in questa giornata e non sia corta
la festa, né sia parca. Il vitello
grasso arrostite e non manchi ogni sorta
di cibo e di bevanda.!” Il fratello
del prodigo, rientrando dal lavoro,
udì questi canti e cori a stornello;
chiamo subito i servi e chiese loro
cosa significasse tutto ciò;
un servo gli rispose: -“ Il ristoro
a base di vitello grasso io so
che l’ha voluto ‘l padre per il figlio,
rientrato sano e salvo!” S’indignò
il maggiore con il padre e con cipiglio
tale che non volle entrare. Allora
il padre uscì a pregarlo. Ma con piglio
deciso egli rispose al padre: – “Ora,
io ti servo da tanti anni, senza
mai trasgredire un tuo comando e ancora
non ho avuto da te soldi e licenza
per far festa coi miei amici. Adesso
che questo tuo figlio con impudenza
ha sperperato i soldi come un fesso,
tu fai uccidere il vitello grasso!”
Gli rispose il padre: – “Tu non hai smesso
Mai d’ esser con me, e quanto ho all’ammasso
E anche tuo. Ma era d’uopo fare
Festa e rallegrarsi, perché era lasso
Questo fratello prima di tornare,
ed era morto prima che la vita
tornasse nel suo cuore a palpitare!”