Già perché la presenza di Nicole Minetti alla sfilata Parah non è certo passata inosservata. Ma non come avrebbe voluto l’azienda.
La notizia è rimbalzata sui media italiani ed esteri suscitando commenti tra l’ironico e l’iroso, ma è stato il web a non perdonare lo scivolone.
Basta fare un giro sulla fan page ufficiale Parah per rendersene conto. Ai clienti Parah non è proprio andato giù il fatto che una consigliera regionale tuttora imputata per sfruttamento della prostituzione minorile diventasse la testimonial del brand. E l’hanno scritto a chiare lettere, provocando prima una risposta imbarazzata e contraddittoria da parte dell’azienda – che non ha fatto altro che provocare un’altra valanga di commenti negativi e la partenza di un’azione di boycott – e poi il nulla … un vuoto di dichiarazioni che dura da 5 giorni: un’eternità sul web.
Il richiamo all’etica è stato forte e inaspettato e ha colto l’azienda totalmente impreparata, tanto più che il tam tam negativo era cominciato proprio sulla Fan Page ben prima che la neo-modella calcasse la passerella.
Un chiaro esempio di come i Social Network siano un fattore importante soprattutto per l’ascolto della propria community con cui ci si vuole relazionare. Un chiaro esempio di come la ricerca del sensazionalismo e della notizia debbano sempre più tenere conto della voce della rete, capace di ribaltare cinici calcoli aziendali.
La vera bella notizia? L’etica sul web è ancora viva!
Alessandro Santambrogio - Liquid Communication
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