Uno dei più grandi abbagli cinematografici degli ultimi anni. Un successo di incassi totalmente basato sul word-of-mouth creato attorno a questo falso documentario. Il film non c’è. Non è che è inconsistente, è diverso: il film proprio non c’è. Gli ottanti minuti del film sono basati unicamente sulla inquadratura soggettiva della telecamera che armeggia il fidanzato della protagonista. Oggetto delle riprese, appunto, le attività paranormali che perseguitano questa Katie. Passi la qualità del taglio (davvero, ma davvero pessimo), passi il budget limitato (film girato totatalmente all’interno di una sola casa). Ma l’ora e dieci di totale noia, finta suspance, scricchiolii, silenzi e momenti di stallo infinito sono un qualcosa di difficilmente sopportabile. Basti pensare che tutta la “paranormalità” si manifesta negli ultimi dieci minuti. Il resto è vuoto cosmico. Direi che basta così, le parole delle recensioni è meglio spenderle per i film veri. Questa è solo una pagliacciata.
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