Pareggio in extremis tutto d’orgoglio

Creato il 03 dicembre 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

Minuto di silenzio osservato dalle squadre

3 DICEMBRE – Doveva essere una partita di sofferenza e partita di sofferenza è stata. Le previsioni non sono state tradite e il Cagliari, dopo 45 minuti di apatia, sotto una pioggia battente ha raggiunto contro il Sassuolo un pareggio d’orgoglio (2-2) grazie a Nenè e Sau.

È la prima partita dei rossoblù in Sardegna dopo la tragedia causata dall’alluvione Cleopatra e il ricordo degli scomparsi è rimasto vivo già prima del fischio di inizio, con un toccante minuto di silenzio e un nobile striscione esposto dai pochi ospiti emiliani Vicini al popolo sardo. Cagliari – Sassuolo è un’inedita della Serie A, un match gustoso che vede due squadre in un periodo positivo, vicine in classiche e soprattutto intenzionate a diventare grandi. Ma come si temeva nei giorni scorsi, il Sassuolo ha sicuramente fatto vedere le cose migliori della partita. Schierando un offensivo 3-4-3 Eusebio Di Francesco ha dovuto fare a meno dello squalificato Floro Flores e del difensore Antei, con Marzorati, Bianco e Acerbi davanti a Pegolo; lasciando in panchina il poco convincente Schelotto, l’allenatore pescarese ha puntato tutto sul tridente di prim’ordine Berardi – Zaza – Masucci.

Dall’altra parte, il Cagliari ha dovuto fronteggiare l’assenza di Pinilla ed Ekdal senza minimamente cambiare modulo: Sau ed Ibarbo, sostenuti da Cossu, a sfondare le linee difensive avversarie, Murru e Pisano ad occupare rispettivamente fascia sinistra e destra, con i soliti centrali Rossettini e Astori a proteggere la porta di Avramov. Sulla mediana, spazio a Nainggolan, Eriksson e Conti, il capitano che non ha mancato di salutare Di Francesco, suo ex compagno di squadra ai tempi della Roma tra il ’97 e il ’99.

I giocatori salutano i tifosi del Sassuolo e il loro nobile stricione

Il primo tempo è stato completamente da dimenticare. Spento, deconcentrato e prevedibile, il gioco dei padroni di casa non si è espresso in nessun modo e l’infortunio muscolare di Ibarbo nei primi minuti ha confermato una vera e propria giornata no. Gli ospiti invece hanno confermato il loro ottimo stato di salute, mettendo in luce una sorprendente lucidità nei fraseggi e una copertura difensiva che disinnescato le deboli iniziative cagliaritane. Davanti al pubblico del S.Elia, ancora in versione “stiamo lavorando per voi”, il goal degli ospiti è arrivato nel giro di un quarto d’ora con Marzorati, bravissimo a sfruttare un cross dalla destra e a evidenziare i soliti difetti in linea difensiva. Murru e Pisano hanno faticato parecchio nel tentativo di bloccare i velocissimi Berardi e Masucci e più volte hanno lasciato solo Zaza, uno tra i migliori dei neroverdi, che non ha esitato ad infilare Avramov, con la complicità involontaria di Astori (che ha perso un contrasto) e dell’arbitro Fabbri che ha lasciato proseguire un’azione fallosa. Se al centrocampo Cossu ha cercato di portare la luce, Sau e Nenè, che ha rilevato il colombiano Ibarbo, non hanno trovato la benché minima intesa e l’unico segno di vita è arrivato da una tiro di Nainggolan dopo trenta minuti.

Adan Antonio e la sua prima volta al S.Elia

Nel secondo tempo tuttavia il Cagliari è cambiato in forma e sostanza e parte del merito va sicuramente a Lopez che ha schierato Dessena, subentrato a Murru, sulla fascia destra e ha spostato Pisano a sinistra. Questo ha consentito al centrocampista parmigiano di trovare varchi importanti. I sardi, hanno cambiato completamente aspetto, muovendosi in maniera molto più “sfrontata” e alzando con attenzione il baricentro. Con costanti tiri dalla distanza (qualcuno un po’ troppo telefonato) hanno in questo modo hanno messo sotto scacco gli ospiti, forse un po’ troppo rilassati e rei di non aver chiuso quando avrebbero potuto farlo. In un colpo solo Nenè ha cancellato il suo primo tempo abulico e riaperto il match con un colpo di testa su cross di Dessena e dando finalmente senso alla sua serata; e se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, allora Marco Sau deve ringraziare la Dea Bendata che gli ha permesso di andare in goal incespicando e sfruttando una doppia respinta di Pegolo sul tiro di Nainggolan.

Se si dovesse riassumere la partita in pochi semplici concetti, si potrebbe dire che l’orgoglio e la caparbietà hanno avuto la meglio su un gioco migliore ma decisamente ancora figlio di inesperienza e privo del giusto cinismo. Di Francesco a fine partita l’ha messo in evidenza, mai abbassare la guardia, soprattutto quando le squadre hanno fame di punti.

Domenica arriverà il Genoa. Che la lezione sia servita.

Gianmarco Cossu

Foto Gianmarco Cossu / Il Nazionale

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