La Francia ha commesso, per gli islamici integralisti, il peccato mortale anti-coranico di bandire, nelle scuole e per le sue strade, gente con i segni distintivi di un'appartenenza religiosa, come il velo, ed ora sta pagando il fio di queste sacrileghe decisioni, contrarie alla Sharia, predicata dai barbuti imam locali. La Francia si comporta in modo ben diverso da noi italiani, indifferenti a tutto ed a tutti. Si macchia del torto di difendere la vita, la pace, la libertà, le donne, i gay, i bersagli preferiti della sessuofobia, ginofobia, misoginia ed omofobia islamiche. Il presidente Hollande, ad esempio, nel corso del loro recente incontro, non ha ceduto alle pretese assurde del presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, che pretendeva un pranzo halal, senza vino o carni impure. Un po' come si comportò il Cavaliere, con il baciamano a Gheddafi e le sue tende da caravanserraglio nel centro di Roma. O come le strette di mano di Renzi ai reali e principi sauditi, notoriamente difensori strenui di ogni libertà sociale, civile e religiosa. Noi cristiani abbiamo superato da poco il periodo nefasto dell'Inquisizione e degli auto-da-fè, certi musulmani, invece, si crogiolano nel fondamentalismo omicida ed etnocida ed intendono esportarlo in tutto il mondo. Ma, nel Bene e nel Male, la Francia è la Francia, i francesi sono fatti di granito, contro le ingiustizie. Io, invece, per l'Italia, temo fortemente che diventi, presto o tardi, islamica, per una sorta di sottomissione da tremebondi, ignavi e servitori di ogni padrone, specie se straniero, in nome del quieto vivere, che è una nostra caratteristica, da 15 secoli a questa parte, in nome del motto “O Franza o Spagna, pur che se magna”. Questi nemici dell'umanità sono tra di noi, e si trovano come pescecani in acque libere, abusando delle nostre leggi democratiche, per colpirci a morte. E non è uno scontro di civiltà, come si continua a ripetere, in modo insulso e becero, da ogni parte, ma della civiltà contro la negazione di essa. Franco Bifani
La Francia ha commesso, per gli islamici integralisti, il peccato mortale anti-coranico di bandire, nelle scuole e per le sue strade, gente con i segni distintivi di un'appartenenza religiosa, come il velo, ed ora sta pagando il fio di queste sacrileghe decisioni, contrarie alla Sharia, predicata dai barbuti imam locali. La Francia si comporta in modo ben diverso da noi italiani, indifferenti a tutto ed a tutti. Si macchia del torto di difendere la vita, la pace, la libertà, le donne, i gay, i bersagli preferiti della sessuofobia, ginofobia, misoginia ed omofobia islamiche. Il presidente Hollande, ad esempio, nel corso del loro recente incontro, non ha ceduto alle pretese assurde del presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, che pretendeva un pranzo halal, senza vino o carni impure. Un po' come si comportò il Cavaliere, con il baciamano a Gheddafi e le sue tende da caravanserraglio nel centro di Roma. O come le strette di mano di Renzi ai reali e principi sauditi, notoriamente difensori strenui di ogni libertà sociale, civile e religiosa. Noi cristiani abbiamo superato da poco il periodo nefasto dell'Inquisizione e degli auto-da-fè, certi musulmani, invece, si crogiolano nel fondamentalismo omicida ed etnocida ed intendono esportarlo in tutto il mondo. Ma, nel Bene e nel Male, la Francia è la Francia, i francesi sono fatti di granito, contro le ingiustizie. Io, invece, per l'Italia, temo fortemente che diventi, presto o tardi, islamica, per una sorta di sottomissione da tremebondi, ignavi e servitori di ogni padrone, specie se straniero, in nome del quieto vivere, che è una nostra caratteristica, da 15 secoli a questa parte, in nome del motto “O Franza o Spagna, pur che se magna”. Questi nemici dell'umanità sono tra di noi, e si trovano come pescecani in acque libere, abusando delle nostre leggi democratiche, per colpirci a morte. E non è uno scontro di civiltà, come si continua a ripetere, in modo insulso e becero, da ogni parte, ma della civiltà contro la negazione di essa. Franco Bifani