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Parigi non finisce qui (Quinze jours merveilleux-Le quinzième)

Da Teresavispa @graziausai

E siamo all’ultimo giorno. Pensavi che quindici giornifossero tanti e che avresti fatto un sacco di cose. Visto mostre, esposizioniin lungo e largo per tutta la città.

Pensavi di poter avere il tempo, almeno questa volta, diassaggiare tutti i tipi di brioches del fornaio di Oberkampf, che si vanta diessere il più bravo della città ( come almeno altri 256 suoi colleghi). Invecehai lasciato lì quella con le albicocche e anche la tortina al rabarbaro.Pensavi di fare un sacco di cose e immergerti ben bene nella vita parigina,sapere tutto di lei per tornare a casa e tirartela da grande viaggiatrice.Invece eccoti qua che è già finita. Hai preso il metrò la mattina troppopresto, a volte hai persino incontrato le stesse persone sempre lì assorte sul cellulareo sul libro, volevi quasi salutarle.
Hai scoperto che sul metrò non ci sono solo le parigine comequelle del post dell'altro giorno. Al mattino presto, ci sono anche quelle coi capellisporchi e l’aria per niente invidiabile.
Ogni giorno zompettavi su e giù per le scale delle linee 8 e4, perdendoti fra odori di baguette e di pipì: una miscela tipica deimarciapiedi parigini. Sei andata a scuola, hai fatto i compiti, hai lavorato,hai visto amici, preso aperitivi, incontrato gente, fatto cose. Tutto sempre unpo’ di corsa, anche se certe volte ti veniva voglia di fermarti e dire comeForrest Gamp: “sono un po’ stanchina…”
Insomma, hai visto solo qualche mostra, non tutte, e non haifatto tutto quello che volevi fare. Come al solito, te ne vai già con la vogliadi tornare.
Au revoir, Paris, à bientôt!

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