Quando si parla di città eterna, spesso si cade in un dualismo geografico di difficile risoluzione: si starà parlando di Parigi o di Roma? L’intrico si ingarbuglia ancor di più se si pensa, poi, che le due città sono gemellate tra di loro e dispongono di un patrimonio storico-culturale unico al mondo che le rende eternamente fantastiche. Parleremo quindi di una città multietnica, sfarzosa, scintillante, ma anche elegante, sobria, nobile e imperatrice. Parleremo di Parigi.
Unendo tutti gli aggettivi precedentemente esposti, non si viene a capo di un profilo delineato e preciso, quanto piuttosto di una miscellanea di presenze che potrebbero sconvolgere l’anima di una città. Eppure Parigi non si fa sconvolgere e assorbe gli influssi che quotidianamente subisce, elaborandoli e facendoli propri, metabolizzandoli nel proprio tessuto urbanistico e riassettandoli tra una arrondissement e una fermata del metro con quel tipico sapore parigino, mix di eleganza, curiosità e buon gusto.
La differenza che intercorre tra spazi aperti e spazi chiusi è limitata dalla quantità di ossigeno presente nell’uno e nell’altro: per il resto, il perimetro culturale della città straborda confini e limitazioni con novità, cultura e amor patrio: gli stranieri in terra parigina si sentono accolti e amano la capitale come se ci fossero nati e apprezzando le possibilità che offre loro, si impegnano a migliorarla. Questo è sicuramente il punto di forza di Parigi, che vive e lascia vivere, nel miglior senso del termine.
Quando si mette piede a Parigi, si viene travolti da quel senso di onnipotenza umana dato dalle grandi opere che circondano chi vi passeggia accanto o chi le esplora: Notre Dame, il Louvre, la Tour Eiffel, i giardini delle Tuileries, l’arco di Trionfo, gli Champs Elysées, l’Operà, sono le prime mete che si vogliono visitare ancora con la valigia in mano, affondando il piede sull’asfalto rovente di agosto o riparandosi dentro a un portone in Montmartre per non patire il maestrale che soffia a gennaio.
Eppure tutto questo è romanticamente unico: i continui voilà, gli sbuffi dei parigini infastiditi, l’arroganza capitolina di chi sa di vivere in un posto da visitare almeno una volta nella vita ammanta in maniera fascinosa i giorni trascorsi tra la rive droite e la rive gauche della Senna, tra i quartieri latini e le visite al Museé d’Orsay quando non al Centre Pompidou, peraltro luogo incantevole dal cui terrazzo è possibile ammirare i tetti di Parigi, grande e indimenticabile esperienza visiva, cartolina da portare negli occhi e nel cuore.
Nell’immenso patrimonio artistico-storico-culturale si inserisce poi la fama della città in merito a cibo e moda, grandi componenti che alimentano il prestigio della capitale francese in giro nel mondo e che la elevano agli alti gradi dell’Olimpo dai più desiderato in quanto a classe e buon gusto. Alle parigine basterà sfogliare un morbido croissant au beurre per sentirsi gastronomicamente appagate e indossare un foulard di Givenchy per notificare il proprio buon gusto al mondo intero con semplicità, senza altre aggiunte.
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Quando less is more, la risposta è Parigi!