Un’amica parigina, mentre partecipava alla manifestazione che si stava svolgendo nella capitale francese, mi scriveva ieri queste parole: “Una giornata… inedita. La gente ha bisogno di parlare, di lasciare andare tutto ciò che aveva accumulato e… tutte queste ultime ore, come un alleggerimento fisico, psichico. Resilience… ricostruzione… un tentativo? È stato veramente forte ciò che abbiamo realizzato oggi: un messaggio potente ma anche una (ri)presa di coscienza. Abbiamo un po’ riguadagnato la nostra… umanità, la dignità, il coraggio di affrontare il “nuovo ordine” mondiale, sociale. Un resetting… necessario che ha dovuto purtroppo passare attraverso il sangue, il sacrificio”.
Parigi trattiene le lacrime e non ha paura.
Neppure noi.