Oltre un milione di persone nelle strade di Parigi. Sembra un'ovvietà dopo quello tutto che è accaduto, ma non è così. Non era così prevedibile, almeno non con questi numeri. In questi giorni nelle periferie parigine ci sono scuole dove gli studenti si sono rifiutati di rispettare il minuto di silenzio, ci sono classi dove è assolutamente vietato parlare della Shoah, ci sono quartieri dove i cittadini francesi di fede ebraica non possono neanche passare. Ci sono tantissime persone che "non sono Charlie" anche qui in Italia, e questo non lo capisco proprio. Mi spiego meglio: è assolutamente legittimo che ci siano persone che non condividano il modo di fare satira di Charlie Hebdo, non li biasimo affatto; quello che mi irrita, anzi mi fa proprio incazzare, è che facendolo in questo modo adesso, con tutti i morti sul terreno, si schierano ambiguamente in una terra di nessuno, più vicini alla parte degli assassini islamici che alle vittime. Non importa se si condivide o meno la linea editoriale o il modo di fare satira di un giornale, quello che conta è che venga garantita la libertà di stampa e di opinione. A qualsiasi costo.Se invece proprio ci tenete, anche quelli di Le Pen non sono Charlie, come anche tutti i fondamentalisti islamici, ovviamente. Siete in buona compagnia. Fate voi.IO SONO CHARLIE e spero che tutti quelli che sono Charlie oggi lo saranno anche domani.
"Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo." Voltaire.
Intanto in Nigeria i fanatici di Boko Haram continuano a collezionare morti in quantità industriale. L'ultimo episodio con 20 morti in un mercato provocati dall'attentato "suicida" commesso usando una bambina imbottita di esplosivo. Oggi la sede del Morgenpost di Amburgo è stata data alle fiamme perché ha pubblicato le vignette di Charlie Hebdo... Se solo lo facessero tutti i giornali del mondo per i fanatici criminali diventerebbe molto complicato farli tacere tutti. Ma, si sa, non tutti gli umani sono coraggiosi e qualcuno ha anche le mani in pasta nei turpi affari legati al fondamentalismo islamico, direttamente o indirettamente.Già al tempo delle vignette danesi pubblicate dal giornale Jyllands Posten quasi nessuno aveva fatto nulla e quei vignettisti hanno rischiato - e rischiano tutt'ora - la vita nella quasi totale indifferenza del mondo. Kurt Westergaard, l'autore di quelle vignette, nel 2010 riuscì a scampare miracolosamente ad un attentato da parte di un terrorista somalo. Purtroppo non andò così bene al regista olandese Theo Van Gogh, ucciso da uno stronzo musulmano a causa di alcune scene del suo film Submission .
Chissà se la strage di Charlie Hebdo sia servita almeno a cambiare le cose...
Place de la République, Parigi, solo qualche settimana fa... Ho alloggiato proprio lì e avrei voluto esserci anche oggi.
I 17 morti dell'attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, i poliziotti e gli ostaggi uccisi nel market kosher:
Georges WolinskiStephan CharbonnierBernard VerlhacPhilippe HonoréJean CabutBernard MarisElsa CayatMichel RenaudMustapha OurradFréderic BoisseauFranck BrinsolaroAhmed MerabetYoav HattabYohan CohenPhilippe BrahamFrancois-Michel SaadaClarissa Jean-Philippe
17 vittime innocenti
Sono giornalisti, disegnatori, vignettisti, poliziotti, ebrei, atei, cristiani, musulmani.Sono francesi, sono europei.
R.I.P.
Ci sono anche due eroi in questa storia terribile:
Lassana, giovane commesso musulmano del supermercato ebraico della Porte de Vincennes, che ha salvato diversi clienti rinchiudendoli nella cella frigorifera e staccandone la corrente.Lilian, giovane grafico nella tipografia a Dammartin-en-Goele, che dall'interno di uno scatolone dove si era nascosto ha avvisato la polizia attraverso un telefono cellulare.
Ora forse si può continuare a (ri)vivere la vita di tutti i giorni. Senza dimenticare e facendo in modo che non si ripetano più fatti del genere, però. Spero che questo sia l'ultimo post di questo genere. Con questo scritto intendo chiudere il trittico sulla strage di Charlie Hebdo, sperando che sia tutto finito...
Andate in pace.