La degenerazione dei neuroni avviene soprattutto nella cosiddetta sostanza nera, una piccola zona del cervello che grazie alla dopamina controlla il funzionamento dei movimenti involontari. Oggi si calcola che il morbo di Parkinson colpisce circa il 3 per mille della popolazione generale. Quando ci si riferisce a questa popolazione generale si rimane sempre troppo nel vago, pertanto cerchiamo di capire chi è colpito o ha più probabilità di essere colpito da questa malattia. Attualmente in Italia i malati di Parkinson sono circa 300.000, e la fetta maggiore è rappresentata dagli uomini. Solitamente l’età d’esordio è compresa fra i 59 e i 62 anni. Ma esistono forme più giovanili che insorgono anche ai 40 anni o perfino prima. Proprio gli ultimi dati raccolti, che rilevano che un paziente su 4 ha meno di 50 anni ed il 10% ha meno di 40 anni, fa riconsiderare l’età in cui il Parkinson fa la sua comparsa. Un esempio è il famoso attore Michael J. Fox, che è stato colpito da questa patologia a soli 30 anni.
Se il Parkinson sta diventando sempre più giovane è anche perché oggi la scienza riesce a porre una diagnosi in maniera più tempestiva, quando la malattia è in fase precoce. E’ bene sapere che il classico tremore con cui è identificata la malattia in alcuni casi può essere assente. Dunque occorre prestare attenzione ad altri segnali, quali una certa lentezza dei movimento e la rigidità muscolare. La cosa più importante è intervenire subito perché prima si inizia la terapia e maggiore è la possibilità di preservare la qualità della vita negli anni.