Parla comme t’ha fatto mammeta

Creato il 15 novembre 2013 da Annaaprea55

Alle alte mura della burocrazia che ci invade sempre più si aggiunge il burocratese, quell’antilingua, così la chiamava Italo Calvino, che dilaga e che usano tutti coloro che pensano di far bene quando scrivono visionare invece di vedere, ascrivere invece di attribuire, nominativo invece di nome, espletare al posto di svolgere… per non parlare di attenzionare mostruoso verbo che va tanto di moda, utilizzato al posto di evidenziare.

Parlare senza rapporto con la vita
La motivazione psicologica dell’antilingua, diceva Italo Calvino, è la mancanza d’un vero rapporto con la vita. In Una pietra sopra il nostro grande scrittore ci ricorda che ”la lingua vive solo d’un rapporto con la vita che diventa comunicazione, d’una pienezza esistenziale che diventa espressione”. Perciò, continua Calvino, “dove trionfa l’antilingua – l’italiano di chi non sa dire “ho fatto” ma deve dire “ho effettuato” – la lingua viene uccisa”.

A Camogli, su un bidone della spazzatura, ho trovato la seguente scritta: “conferire qui i rifiuti”. Come è possibile che non sia venuto in mente a qualcuno il verbo depositare? E di recente su una comunicazione a me indirizzata: “le è fatto obbligo di procedere a oblazione”. Dovevo semplicemente pagare. E mica per un reato.

Forza…efficientiamo le aziende
Peggio di peggio, nel corso di un convegno, ho sentito un manager dire: “intendiamo così procedere per un miglior efficientamento delle risorse umane”. Si trattava di licenziare qualche centinaio di lavoratori, anzi di persone: come è noto i licenziamenti delle risorse umane efficientano le aziende. E dirlo in modo così inutilmente complicato sarà sembrato a quel manager un segno di forza intellettuale.

Affido ancora a Italo Calvino una nota psicologica sull’efficientamento delle aziende: “chi parla l’antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottintendere: “io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso”.

All’uopo la informiamo che…
Persino nelle newsletter, scritte di solito da professionisti del linguaggio web, si trovano frasi infarcite di perifrasi, di inutili proposizioni relative e di insopportabili forme passive. Ho trovato interessante, a questo proposito, un post pubblicato sul blog Il Mestiere di scrivere di Luisa Carrada, dove ci sono pratici suggerimenti per eliminare dai comunicati la forma passiva.

Per scrivere e parlare bene a volte basta solo essere semplici: un po’ di cuore, un tocco di autenticità e di freschezza e…tutto qua. Come diciamo noi napoletani: parla comme t’ha fatto mammeta.



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