Parla Jordan Belfort, il vero “lupo di Wall Street”: “sono stato uno stupido”

Creato il 21 febbraio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Ivan Lagrosa 21 febbraio 2014 in Attualità, Film, Società Inserisci un commento

Lo ammetto, ho esagerato. Ho commesso un sacco di sbagli”. Jordan Belfort, intervistato da Enrico Deaglio per il Venerdì di Repubblica, racconta la sua storia e si pente degli errori commessi: “non rifarei niente di tutto ciò”.

Dentro quel tutto ciò è racchiusa una vita di eccessi che Martin Scorsese racconta nel suo film The Wolf of Wall Street: sesso, droga, soldi – tanti soldi – e truffe rappresentano la quotidianità per l’uomo che, venendo da una famiglia povera, si ritrovò improvvisamente pieno di soldi e perse il controllo della sua vita.

Laureato in biochimica, Belfort fu fin da ragazzo un “talento di natura” nelle vendite: “conosco la psicologia delle persone, so come vincere la loro paura a comprare”.

Negli anni ottanta, spinto da una voglia irrefrenabile di ricchezza, decide quindi di aprire una società di brokeraggio, la Stratton Oakmont, attraverso la quale vende titoli buoni e titoli “di merda”. Se i clienti comprano, più o meno ignari, il titolo meno buono, la quotazione di quel titolo, com’è ovvio, sale. Una volta quindi che la quotazione del titolo meno buono (sul quale hanno investito gli stessi broker) ha raggiunto un livello soddisfacente, i broker vendono tutte le loro quote lasciando a bocca asciutta i clienti. Con questo meccanismo sono riusciti a guadagnare quasi 10 milioni di dollari al minuto. Non proprio una sciocchezza.

Volevamo diventare ricchi. Che male c’è in questo?”. La risposata è assolutamente niente. Facendo un parallelo cinematografico, anche nella Ricerca delle felicità il protagonista, povero, vuole diventare ricco e ci riesce. In America la ricerca della felicità coincide ormai più o meno totalmente con la ricerca della ricchezza, e non da oggi: già negli anni trenta, il film The Great Gatsby sancì la trasformazione del sogno americano: da valori nobili questo si trasformò in pura brama di denaro e così è rimasto fino ad oggi.

Il problema non sta quindi nel desiderio di diventare ricchi ma nel modo con cui lo si diventa e nel modo con cui quella ricchezza, una volta ottenuta, viene gestita. Lo stesso Belfort sostiene di esser “stato stupido” per aver dato troppa importanza al denaro ed ora che insegna tecniche di vendita ritiene di sentirsi addirittura più appagato di quanto non lo fosse in passato: “sono più appagato perché riesco a realizzare qualcosa”.

Dopo gli anni trascorsi in prigione, Belfort è oggi un uomo, almeno apparentemente, cambiato: l’immagine che vuole trasmettere di sé, come sostiene Deaglio, è quella di un lupo buono. Gli anni di prigione lo hanno cambiato tanto da portarlo ad affermare che “il denaro, l’arricchimento, l’avidità hanno troppa importanza: il denaro di per sé è una cosa orribile”.

Insomma, “incipit vita nova”.

Jordan Belfort Martin Scorsese the wolf of wall street Wall Street 2014-02-21

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