Parla un testimone: “Ho visto un UFO nel 1936″

Da Extremamente @extremamentex

Solo pochi giorni fa,  il Centro Ufologico Nazionale ha presentato a Roma, nel corso di un convegno, il Libro Bianco degli avvistamenti italiani dal 1900 ad oggi. Ma tra i casi di pre-UFO, precedenti dunque al 1952 (anno in cui il termine Unidentified Flying Object venne coniato negli Stati Uniti) ne manca sicuramente uno. Un caso davvero sorprendente, tenuto celato per molto tempo e solo ora rivelato. Avvenuto- pensate- quasi 80 anni fa…

UN PRESUNTO UFO A FORMA DI SIGARO

A raccontarmelo è stato lo stesso testimone oculare, il signor Maurizio- e lo ringrazio per la fiducia che così mi ha dimostrato, anche senza conoscermi di persona. Questo l’antefatto: nelle scorse settimane, ha visto in tv una mia intervista nella quale parlavo del mio libro incentrato su documenti e testimonianze autorevoli che dimostrano l’esistenza del fenomeno UFO. In quelle immagini, il signor Maurizio ha riconosciuto un paesaggio a lui famigliare, quello di Segrate, dove vive il fratello Gabriele. Lo ha subito chiamato, chiedendogli se riusciva a metterlo in contatto con me. Tramite conoscenze comuni, qualche giorno fa, ci siamo sentiti al telefono. E così mi ha raccontato la scena alla quale ha assistito quando aveva solo 8 anni.

Torniamo indietro nel tempo: è il 20 aprile 1936. Un giorno triste per il piccolo Maurizio: è il giorno della morte della nonna. Una data che rimarrà per sempre nella sua memoria: non solo per quel lutto, il primo della sua giovane vita, ma anche per un avvenimento assolutamente imprevisto e sconcertante. Nel pomeriggio,  infatti, mentre si trova nella casa degli zii,  in un paesino alle porte di Villanova sull’Arda, nel piacentino, i cugini lo mandano a prendere un po’ di formaggio. Maurizio monta sulla sua bici e va. Sulla strada del ritorno, accade l’incredibile. Ecco le sue parole:

“Era quasi l’imbrunire: all’improvviso si levò un vento fortissimo che piegava i rami degli alberi. Mi fermai,  sorpreso e preoccupato, appoggiai la bici e poco distante vidi qualcosa che non riuscii a capire. Sul terreno, c’era un enorme oggetto dalla forma allungata: mi sembrava un sommergibile con tanti finestrini. Ero senza parole:  cosa ci faceva un sommergibile in quel campo? Lo vedevo bene, perché era vicino, forse a trenta metri da me, ed era grandissimo. Potrei stimare che fosse lungo sui 20 metri, non so.

LE CAMPAGNE DI VILLANOVA, TEATRO DELL’INCONTRO RAVVICINATO

Ricordo che ero come pietrificato, non riuscivo a muovere un muscolo: forse era la paura a paralizzarmi oppure- ipotizzo oggi- era un campo magnetico a rendermi immobile. Dopo pochi secondi, sotto l’oggetto si accese una luce, poi si spense e subito dopo l’oggetto si levò in volo, in verticale, sparendo alla mia vista. Fu velocissimo.

Tornai  a casa, ma non riuscii neppure a salire i gradini tanto ero ancora spaventato. E non dissi nulla a nessuno, temevo che mi avrebbero messo in collegio se avessi raccontato una storia tanto assurda… La rivelai per la prima volta solo a mia moglie nel 1947.  Soltanto di recente, invece, l’ho detto ai miei fratelli: avevo paura che mi prendessero in giro, che mi considerassero mezzo matto. Anche se è accaduto tanti anni fa, quell’episodio è rimasto molto impresso nella mia mente. Tuttora, ogni volta che ci ripenso, rivedo la scena in modo nitido. Non me lo posso scordare.”

Maurizio, oggi 87enne, è il maggiore di 4 fratelli: con il più giovane, ci sono oltre 20 anni di differenza. Prima di andare in pensione, era dirigente in un’azienda del settore agroalimentare. Una persona seria, un uomo per bene, senza grilli per la testa. Solo pochi mesi fa, ha deciso che era arrivato il momento di confessare il suo segreto e ha trovato il coraggio di parlarne con i fratelli, increduli.  E poi, come ho spiegato, ha voluto metterne al corrente anche me. Perché proprio vedendo quell’ intervista televisiva si sarebbe reso conto dell’importanza del suo avvistamento. Lo ha confermato, quando ci siamo incontrati, il fratello Gabriele: “Al telefono mi ha detto:  ‘allora non sono pazzo… ‘ “

UN SOMMERGIBILE ITALIANO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Cosa pensare di questa storia? Incuriosisce molto la descrizione dell’UFO, definito “un sommergibile”. Noi oggi diremmo “un oggetto sigariforme”, utilizzando una terminologia mutuata dai tanti avvistamenti di epoche recenti. Ma per quel bambino del 1936 l’unico modo per dare un nome e una spiegazione a ciò che vedeva era fare riferimento a qualcosa di esistente e di noto ai suoi tempi, come un sottomarino. Quindi, ne deduciamo, l’oggetto gli sembrava di metallo e che era del tutto privo di ali. Aveva anche “tanti finestrini”- cioè, aperture tipo oblò. Alla domanda se per caso avesse visto qualcuno dietro ai vetri, però, lo ha escluso.