“Le sedute di ciascuna camera sono pubbliche”. Difficile essere più chiari dell’articolo 64 della Costituzione. Ed è proprio da qui che parte la campagna di Openpolis, l’osservatorio web sul Parlamento, # ParlamentoCasadiVetro.
Una casa di vetro dunque. Trasparenza, visibilità e, va da sé, più credibilità.
La proposta di Openpolis, messa nero su bianco, vuole rendere più trasparenti i testi inviati in aula, le svolte chiave nel processo decisionale e le decisioni prese conseguentemente. Che spesso sono prese un po’ troppo lontane dagli occhi dei cittadini.
Vittorio Alvino, fondatore di Openpolis, ha detto infatti che “Il cuore dell’attività legislativa è opaco. Porvi rimedio è un atto dovuto per non incrinare la fiducia tra rappresentante e rappresentato”.
Alvino aggiunge che “I voti alla Camera e al Senato avvengono per alzata di mano e con il voto elettronico tutto cambierebbe”.
Resta da capire che cosa intende esattamente il fondatore di Openpolis. Sia Camera e Senato infatti utilizzano da molto tempo il voto elettronico ed è dal 2009 che è presente il sistema “anti-pianisti”, che riconosce le impronte digitali del parlamentare e che impedisce di votare per i colleghi assenti.
Ciò che è certo è che manca la pubblicità dei lavori ordinari delle Commissioni, cioè l’organo collegiale che si riunisce per discutere le leggi, i cui componenti sono rappresentativi della Camera. Il principio dell’art. 64 è infatti applicato solo all’Assemblea e lascia fuori proprio le Commissioni e le Giunte. Che rilasciano solo dei resoconti sommari.
In quelle stanze, insomma, potrebbe succedere di tutto. Soprattutto considerando il fatto che, nei 5 anni passati, Deputati e Senatori sono stati impegnati nelle commissioni 3 volte di più di quanto non lo siano stati in Aula.
Questo un primo obiettivo dell’iniziativa: portare alla luce con voto elettronico le votazioni dietro quelle porte chiuse.
Il cammino di # ParlamentoCasadiVetro è iniziato a giugno del 2013 e il 27 gennaio del 2014 approderà in aula.
Proprio nei giorni in cui l’Italia si accorge di avere dei lobbisti che operano in parlamento, il provvedimento arriva alla camera.
E proprio nei giorni in cui Massimo Micucci, lobbista professionista, scrive al vicepresidente della Camera del Movimento 5 Stelle chiedendo (udite, udite) una maggiore trasparenza.
“I lobbisti spesso ne sanno più dei parlamentari. E’ ovvio che quando viene presa una decisione in aula c’è chi ci perde e chi ci guadagna. Sono d’accordo con lei” aggiunge Micucci “quando dice che ci vuole più trasparenza, una lista con nomi e cognomi di chi si avvicina ai gruppi politici”.
Lista che avrebbe dovuto essere ideata anche con questo governo, ma che non ha visto la luce.
“L’unica lista è quella creata con il Ministro Di Girolamo, l’Unità Tecnica per la Trasparenza. Ma che fine ha fatto? A questo punto ci regolamenteremo da soli.”
# ParlamentoCasadiVetro non lascia dubbi. Più trasparenza è meglio. Anche tramite la modifica dell’articolo 49 1-Quater del Regolamento della Camera, per estendere il voto nominale anche alle votazioni sui singoli articoli, non solo più alle votazioni finali in Aula.
Tracciare le attività dei parlamentari, come un vero e proprio “antifurto satellitare della democrazia”. Un obiettivo non da poco.