Parlami. Feriscimi se vuoi, ma parlami. Mi fai male con i tuoi silenzi, più dolorosi ancora del rumore assordante, delle parole non dette. Mi siedo per terra, gambe incrociate, posso attendere per ore che ti decida, perché per me ogni tuo giudizio sarà la fine, una fine che ho voluto, sapendo chi eri, com'eri, cosa pensavi. Ho sempre fatto di testa mia, come le persone irresponsabili, ora ho compreso, ma è troppo tardi, nessun mio netto taglio con il passato potrà ridestare in te il sentimento che si è spento. Era un fuoco acceso, scoppiettante, io ho continuato a versarci cenere, sopra cenere e anche l'ultimo flebile mozzicone si è spento. Come si spengono le anime subito dopo la morte, per riaccendersi in altri luoghi.
Ti guardo e avverto il turbinio dei tuoi pensieri, pensieri animosi, pensieri certi. Come le folate di vento che preannunciano un temporale, l'acqua sottile e i tuoni. Perché ogni amore finisce così. Finiscimi con uno sguardo, non andartene senza aver riversato il tuo orrore.
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