Oggi parleremo di fumetti, gente, nel caso non si fosse ancora capito. Ma soprattutto, grazie a Michele, andremo a tuffarci in un mondo incredibile, popolato da grandi artisti e da appassionati disposti a lasciare giù centinaia di euro per poter accapparrarsi un loro cimelio.
Ma bando alle ciance. Vi lascio senza altro indugio all’intervista perché ciò che ha da raccontarci Michele è mille volte più interessante di qualsiasi mia introduzione.
T.O.M.: Ciao Michele, benvenuto su Obsidian Mirror e grazie per aver accettato questa piccola intervista, di cui probabilmente alla fine ti pentirai. Da che parte potremmo iniziare? Un inizio soft va bene? Allora iniziamo dalla più classica delle introduzioni. Presentati e presenta il progetto UDWFG. Sì, lo so, non sono molto originale… oltretutto le risposte io le conosco già perché le ho lette altrove in altre interviste, che intervistatori ben più quotati di me ti hanno fatto. Ma facciamo finta che non esistano e iniziamo da qui. P.S.: puoi anche fare un copia incolla spudorato delle risposte che lai lasciato altrove, ma se riuscirai ad essere originale tanto di guadagnato per entrambi.
Cretin keep on creepin' creek (Mat Brinkman)
M.N.: Beh, invece sei stato originale! Nessuno mi aveva mai chiesto di presentarmi. Sono Nitri Michele della neonata Hollow Press, sono giovanissimo, ho 25 anni, frequento gli ambienti ludici da quando avevo 11 anni, a 17 anni ho iniziato a leggere seriamente i fumetti (grazie a Preacher di Ennis) e a 20 anni sono partito per andare a vendere detersivi in Molise guadagnandomi la mia indipendenza. Come tutte le VERE passioni, vivo con la costante esigenza spasmodica di produrre la roba che amo, riuscendo a coniugare la mia breve ma intensa esperienza di vita con l'amicizia che coltivo da anni con alcuni fumettisti underground e con l'esperienza accumulata fin da adolescente come collezionista (per comprarmi i fumetti e le sigarette smerciavo fumetti e tavole originali da prima della maggiore età). In parole povere, come dovrebbero fare tutti, faticosamente, seguo i miei sogni dal mio piano di riserva (i detersivi).Per presentare U.D.W.F.G. Vi copioincollerò un estratto di un'altra presentazione: “A marzo uscirà una nuova rivista semestrale autoprodotta da Michele Nitri: U.D.W.F.G., che raccoglierà fumetti semi-autoconclusivi dal taglio dark weird fantasy. Gli autori fissi coinvolti sono cinque e sono fra i migliori fumettisti underground in circolazione. Ratigher e Paolo Massagli dall’Italia, Miguel Angel Martin dalla Spagna, Tetsunori Tawaraya dal Giappone e, a sorpresa, l’americano Mat Brinkman, il fondatore del collettivo Fort Thunder, uno dei movimenti fumettistici più interessanti degli ultimi 20 anni, che torna al fumetto seriale dopo 10 anni di sporadiche comparsate“. Concludo segnalando che è stato utilizzato un nuovo metodo di finanziamento, a mio sapere innovativo, che consiste nel comprare anticipatamente tutte le tavole originali degli artisti. Idea venutami riflettendo sul più grande e ovvio problema del fumetto underground: la nicchia che lo segue non è sufficiente al sostentamento economico degli artisti tenendo conto delle sole copie vendute. Bisognava aggiungere carburante al motore. Diciamo che la vendita delle tavole originali mi “garantisce” il recupero delle ONESTE paghe date agli artisti in anticipo permettendomi invece, di giocare e SPERIMENTARE la professione dell'editore con i ricavi delle copie vendute.T.O.M.: Su UDWFG, come tu stesso hai accennato, troviamo cinque tra i più grandi fumettisti della scena underground: gli italiani Ratigher e Paolo Massagli, lo spagnolo Miguel Angel Martin, il giapponese Tetsunori Tawaraya e lo statunitense Mat Brinkman. A me già sembra difficile solo l'idea di riuscire a contattarli e ricevere una risposta. Tu invece sei addirittura riuscito a convincerli a partecipare al tuo progetto. Ci spieghi come diavolo ci sei riuscito?
M.N.: Per me non è stato affatto difficile, perché sono da sempre un collezionista e da sempre ho cercato di mettermi in contatto diretto con gli artisti. L'importante è presentare progetti seri e ambiziosi, ovviamente guadagnandosi nel tempo la fama di persona onesta e rispettosa quale sono. L'unica difficoltà l'ho trovata con Mat Brinkman. Per chi lo conosce anche solo come artista, sa benissimo che è una persona estremamente chiusa e diffidente. In questo caso veramente non so come rispondere, quindi, citerò la motivazione suggerita da un altro componente del gruppo (Tetsunori Tawaraya): “He noted your will”.
T.O.M.: Come avrai intuito, se hai approfondito i contenuti di Obsidian Mirror, io non sono un grande esperto di fumetti… a proposito…. come vogliamo definire UDWFG? Un fumetto? Oppure “fumetto” è una parolaccia?
M.N.: E' assolutamente un fumetto! E qui rientriamo nel labirinto dei gusti personali. Il mio parere è che UDWFG potrebbe essere associato più all'arte che al fumetto ed è qui che cadremmo in errore, penso con tutto me stesso che negli ultimi decenni ci siano stati dei veri e propri rivoluzionari del fumetto che lo hanno elevato a “graphic novel”, cioè letture grafiche molto spesso mature e non solo infantili come si sosteneva un tempo. Io dico grazie a tutti quei maestri come Alan Moore, Frank Miller ecc. ma dico anche che per certi versi hanno discostato l'intento principale del fumetto, quello di raccontare delle storie tramite il susseguirsi delle immagini, delle storie che dovrebbero avere come elemento principale il RITMO di lettura. Il fumetto può avere balloon pieni di parole, balloon nuvolosi di pensieri, didascalie descrittive, ma quest'ultime non devono MAI compromettere il ritmo di lettura. Per i miei gusti, i fumettisti migliori devono tener conto di questo elemento. UDWFG avrà, a seconda degli artisti, strutture diverse, storie mute, storie con pochissimi dialoghi e storie ricche di parole. Per me un'ottima prova a conferma del mio ragionamento. Non è importante seguire gli schemi, è importante COME lo fai, è importante mettere il lettore nelle condizioni ideali per immedesimarsi nella vicenda. Altrimenti preferisco i libri tutta la vita, lì di parole ne troviamo quante ne vogliamo.
The Emanation Machine (Miguel Angel Martin)
T.O.M.: Una spiegazione davvero interessante. Grazie. Ad ogni modo, come ti dicevo, io non sono un grande esperto di fumetti. Nonostante ciò devo ammettere che, anche in anni recenti, ho trascorso interi pomeriggi a ficcare il naso tra gli scaffali delle fumetterie della mia città. Nel corso delle mie innumerevoli peregrinazioni non ho potuto fare a meno di notare che lo spazio all’interno delle suddette è in genere organizzato in una vasta sezione dedicata ai manga, un altrettanto corposo spazio dedicato ai supereroi Marvel e DC e una terza parte, solitamente quasi deserta, dove sono esposti i volumi di qualità più elevata, quelli disegnati dai grandi artisti del fumetto, rilegati in edizioni di pregio e con un prezzo di copertina, diciamo così, adeguato al target. Il tuo UDWFG dovrebbe rivolgersi proprio a quel target, giusto?
M.N.: NI :). I fumetti come UDWFG non si trovano solitamente nelle normali fumetterie, a meno che non siano molto grosse e fornite o non abbiano come proprietari, appassionati di fumetto underground. Questa diffidenza è dovuta soprattutto ai temi trattati. Molte volte trattano temi in chiave estrema... prova a immaginare un appassionato di fantasy che sfoglia UDWFG, il 99% non lo definirebbe neanche fantasy senza un elfo, uno gnomo ecc. L'underground nella maggior parte dei casi è destinato a vivere nella nicchia. Non perchè i lettori siano stupidi, semplicemente non hanno la voglia/passione di sbattersi per ricercare i prodotti più nascosti o meno sopraffatti dai media. Vanno educati a tutti i costi? Assolutamente no! Gli “educatori” sarebbero a loro volta dei media.Però mi sento in dovere di spezzare u na lancia a favore dei prodotti underground, molte cose di successo che leggete in origine avevano uno spirito completamente diverso, quasi sempre è il business a forgiare quelle stupende materie grezze che erano. A conferma del fatto che è molto più facile trovare l'originalità nell'underground. PS: Considerando che questa intervista verrà letta da fruitori di romanzi, provo ad “indispettirvi” in questo modo: che Lovecraft sia un grande non ci sono dubbi, ha creato qualcosa di immenso...ma perchè William Hope Hodgson non lo conosce quasi nessuno quando invece di Lovecraft troviamo anche i pannolini di Cthulhu? Giusto per riallacciarmi al discorso di prima...Hodgson ha qualcosa in meno? O forse ha qualcosa in più, penalizzato dallo scarso potenziale commerciale?
T.O.M.: Se ti può consolare conosco bene William Hope Hodgson. Anzi, ti dirò di più; della sua opera più celebre. "La casa sull'abisso", possiedo anche una versione a fumetti molto bella (edita da Magic Press). Ma questa è un'altra storia. Torniamo invece a parlare di fumetterie La prima impressione che ricava da questo tipo di pubblicazioni chi, come me, entra in una fumetteria è che interessino a pochi. Personalmente non ho mai visto nessuno che si sia messo a sfogliare quei volumi e, quando capita, di solito li ripone rapidamente al loro posto storcendo un po’ il naso. Eppure sono sicuro che un mercato di questo tipo esiste, altrimenti non se ne spiegherebbe l’esistenza. 1) Quanto può essere grande secondo te questo tipo di mercato? 2) Al suo interno è un mercato competitivo tanto quanto quello dei manga da pochi euro? 3) Come descriveresti l’utente che, anziché buttarsi sui Marvel o sui Bonelli, preferisce rivolgersi a questo tipo di pubblicazioni? 4) Cosa lo spinge a spendere anche cinquanta euro per un singolo fumetto?
M.N.: In parte ho risposto prima. 1) Nel momento in cui fosse più grande non esisterebbe più, è underground. Ed esso è in eterno conflitto con le masse a causa del contesto in cui nasce e vive. Un giorno il fumetto Bonelli potrebbe essere underground! Ci avevi mai pensato? Un giorno la gente potrebbe essere interessata molto di più al fumetto d'autore boicottando l'ex commerciale, e godrei nel vedere qualche vecchietto o appassionato mandare qualche mail a piccole case editrici con l'interesse di trovare qualche fumetto in perfetto stile Bonelli. 2) Non può essere paragonato neanche lontanamente per competitività, sopravvive sfruttando altri canali, forse più vicini alle dinamiche del mercato dell'arte. 3) Se lo facesse per una questione di gusti sarei contento per lui, se invece dovesse trattarsi di superficialità per me rientrerebbe nel limbo di inettitudine in cui viviamo. 4) Il collezionismo, la voglia quasi incontrastabile di possedere qualcosa di valore o raro. A mio parere più che lecito. Non ho mai conosciuto nessuno che si è venduto la casa per il collezionismo, ho visto gente farlo per il gioco, per la droga, per le donne, ma la caratteristica incredibile del collezionismo è l'essere direttamente proporzionale alle proprie facoltà economiche.
The High Bridge (Tetsunori Tawaraya)
T.O.M.: Girovagando per il tuo sito internet sono incappato nella sezione del merchandising. Il che mi fa pensare che esiste tutto un mondo, per me sconosciuto, che va ben oltre la semplice lettura di un fumetto. Oltre alle classiche magliette ho notato per esempio tante meravigliose “action figures” realizzate da un artista di gran nome….M.N.: Per ogni cosa c'è il collezionismo, in giro per il Mondo ci sarà sicuramente anche un collezionista di pantofole :)
T.O.M.: Sono in vendita inoltre anche le tavole originali dei disegnatori che hanno partecipato al primo numero di UDWFG, molte di queste già “sold out” da tempo. Perdona la domanda ingenua, ma perché qualcuno ha sentito (o dovrebbe sentire) il bisogno di spendere centinaia di euro per un disegno?
M.N.: Per due motivi principali: il desiderio di possedere qualcosa di raro e di valore, insieme al desiderio di possedere qualcosa il più possibile vicina alla nascita dell'opera stessa. Per esempio, personalmente, una delle cose che più mi spinge a comprare un originale è pensare al tempo che ci ha impiegato l'artista nel realizzarlo e immaginare mentre lo disegnava. Ognuno di noi, per un motivo o per un altro si è trovato a provare a creare qualcosa, la fase di ispirazione è veramente affascinante (quando non è solo un illusione dettata dal citazionismo).
T.O.M.: Sono passati ormai cinque mesi dall’uscita del primo UDWFG. Vogliamo provare a tirare un po’ le somme?
M.N.: A fine settembre uscirà il secondo (puntuale), le somme tirale tu! :) A parte gli scherzi, è stata veramente dura, e lo sarà ancora di più, probabilmente... Mi sono veramente barcamenato in qualcosa di complesso, a gestire contatti e vendite per tutto il pianeta! Ma la soddisfazione che provo per ogni nuovo piccolo traguardo raggiunto è impagabile. Senza considerare che praticamente ho sfruttato solo Facebook e il passaparola. Dal secondo numero conto di supportare il progetto con fiere e mostre, ci sto già lavorando da un po' e l'aria che si respira promette bene.
T.O.M.: Una domanda a cui sei libero di non rispondere: quale delle cinque storie presenti in UDWFG è la tua preferita?
M.N.: Posso salvarmi in calcio d'angolo rispondendoti che le storie non sono ancora concluse. Comunque ci sono diversi artisti che amo alla follia, ovviamente tutti quelli di UDWFG rientrano nel mio olimpo. Ma, se dovesse giungere un'inaspettata apocalisse i primi volumi che afferrerei sono IL PASTO NUDO di Burroughs e MULTIFORCE di MAT BRINKMAN, li leggerei all'infinito... poi, in un secondo momento, forse, prenderei mia moglie. Scherzo! Diteglielo! :D
T.O.M.: OK, te la sei cavata egregiamente. Qualcos’altro che vorresti dire? Magari qualcosa che non ti ho chiesto ma che vorresti condividere?
M.N.: Per chi è troppo cinico per leggere roba fantasy: di fondo, il dark weird fantasy non ha nulla di diverso rispetto alla realtà, se non l'estetica.
T.O.M.: Ottimo. Che altro dire? Grazie, Michele, per il tempo che mi hai dedicato. Adesso posso dire di saperne qualcosa di più sul mondo del fumetto underground e posso permettermi di fare magari pure una bella figura con gli amici. Ti ringrazio anche a nome dei followers del blog che, sono certo, avranno apprezzato la maniera in cui si sei spogliato dei panni dell'editore per indossare quelli dell'appassionato "fumettaro".
Non mi rimane che chiudere il post ricordando ancora una volta (si, lo so, sono un rompimaroni, ma glielo devo), il sito internet e la pagina facebook della Hollow Press. Ciao!