Parlare dei brutti pensieri

Da Contofinoa3

foto Loretta Campomaggi

Ciao a tutti.Durante le coccole della sera con Franci, mi sono raccomandata chiedendogli di parlare sempre dei suoi brutti pensieri.L’altra notte ha avuto incubi ripetuti; sognava che un leone con una zampata mi faceva morire…In questi giorni sto lavorando molto e questo mi piace.Ma anche io devo parlare dei brutti pensieri… La mia testa è impregnata di lavoro e scadenze; e tolgo spazio, manco lo devo dire, vero? A chi?? Ai bimbi.Come dice uno dei miei capi, se i dipendenti pubblici si sono tirati dietro la fama di cui godono un motivo ci sarà!E anche più di uno.Durante questi mesi la scuola in cui lavoro sta attraversando un periodo di rinnovamento e nuova vitalità (questo percepisco).Nel percorso di ogni cosa ci sono gli alti e i bassi e a me sembra che stiamo andando verso l’alto.Le mie priorità non sono gli orari ma le scadenze e gli impegni da rispettare.So che ho le capacità per fare bene; e credo nel valore della cosa pubblica e nella potenzialità della scuola.Mi piace lavorare! Mi piace! Eppure, voi non avete idea…Esistono, come dice il caro S., uomini di merda… Insulti, brutte parole, disonestà, richiesta di omertà… La medaglia si può guardare sempre da due lati…Questi parassiti sono i miei brutti pensieri; e tolgono, tolgono proprio molto.Indignazione: rabbia, sdegno, collera, ira, irritazione, risentimento… Questi i termini che gli strumenti di word offrono come sinonimi…Perdonate lo sfogo, ragazzi.Prima di sognare leoni che mangiano le mani del famoso “giacca e cravatta” preferisco esternare!