PREMESSA
Parlarsi addosso è sempre superfluo e, solitamente, noioso. Ma voglio fare un'eccezione perché stamattina, passata la seconda sbornia elettorale, i giornali mi hanno deliziata con due chicche a cura, rispettivamente, dell'onorevole del Pdl Stracquadanio e del ministro Brunetta.
E, combinate insieme, le loro dichiarazioni mi hanno illuminata, confermandomi quello che, dal basso del mio limitatissimo punto di osservazione, già sospettavo dal primo turno delle amministrative 2011: cioè che, se i vertici del centrosinistra credono ancora di poter modificare i comportamenti politici mediante le newsletter e le pagine facebook dei loro esponenti, il centrodestra, inteso sia come vertice che come base, non ha la più pallida cognizione dell'influenza della rete telematica sulla politica.
FENOMENOLOGIA DI STRADACQUANIO E BRUNETTA
Che cosa hanno detto i due succitati: Giorgio Stracquadanio, in questo video, ha affermato:
"Perché su Internet noi non vinciamo? Scusate ragazzi, hanno un esercito che alle due del pomeriggio va a casa e non fa un cazzo". Il deputato pidiellino se la prende poi con l'impiego pubblico che agevolerebbe il dolce far niente dei simpatizzanti della sinistra: "E' un esercito di quattro milioni di persone che già all'impiego pubblico secondo me, non voglio dire niente sennò il mio amico Brunetta si incazza, là già smanettano di politica e non di pratiche pubbliche. Ma supponiamo che facciano il loro lavoro, tornano a casa alle due e fino alle dieci di sera, hai voglia del casino che monto anche io un casino se sto tutto il giorno dietro la tastiera". Stracquadanio continua incensando le proprie attività: "Peccato che io debba votare in commissione, scrivere magari qualche articolo un po' ragionato, perché io ho il vizio di pensare che una tesi io la debba asseverare con i fatti".
Più sobrio, Brunetta si è limitato a fare quello che sa fare meglio, l'offeso: durante il convegno “Giovani innovatori”, organizzato a Roma nell’ambito della Giornata nazionale dell’Innovazione 2011, ha fatto salire sul palco una precaria e, non appena questa ha iniziato a parlare, ha apostrofato lei e il suo gruppo con un: “Siete la parte peggiore dell’Italia, con voi non parlo”. Per poi infilare la porta e andarsene.
DIAGNOSI
Su Brunetta sarebbe inutile ripetere le solite vecchie cose: è incazzoso, è livoroso, è incapace di articolare un confronto democratico (si vedano le sue interviste televisive, ad esempio con la Bignardi).
Ha riconfermato in questa occasione i suoi limiti umani e i suoi problemi psicologici, dimostrando ancora una volta una tragica incapacità di rapportarsi con la cittadinanza e, in particolare, con i giovani.
Più interessante analizzare le parole di Stracquadanio. Intanto l'onorevole parte dall'assunto che:
- su internet "noi non vinciamo" (consapevolezza del problema: è la verità)
- chi interviene sui social network, è automaticamente di sinistra (inferenza errata: sui social network ci sono persone di ogni area politica)
- chi interviene sui social network, lo può fare perché ha molto tempo libero (inferenza parzialmente errata: grazie agli i-phone e ai netbook, molte persone si collegano a internet in qualsiasi momento della giornata: a letto, al lavoro, in vacanza all'estero etc.; non esiste - da questo punto di vista - una divisione netta tra lavoro e tempo libero)
- chi ha molto tempo libero, ce l'ha perché è un dipendente pubblico, poco produttivo sul posto di lavoro e che comunque lavora per poche ore al giorno (assurda generalizzazione per il primo assunto - Stracquadanio pare ignorare che esistono anche studenti, disoccupati, dipendenti privati, lavoratori autonomi, pensionati... ; inferenza parzialmente errata per il secondo, anche se è vero che un dipendente pubblico lavora in media meno ore di un lavoratore privato).
Ammettendo che il ragionamento di Stracquadanio sia corretto in ogni sua parte (e, come abbiamo visto, non lo è), per rimediare a questa situazione drammatica il Pdl potrebbe:
a) impegnarsi per aumentare l'efficacia della sua comunicazione dall'alto su internet (siti, blog, pagine facebook, newsletter...)
b) impegnarsi per aumentare le azioni rafforzative e persuasive dei suoi elettori su internet.
PROGNOSI
Eppure non solo questo non è avvenuto, non solo non è stato proposto da nessuna delle illuminate menti che dovrebbero consigliare il re (es. Ferrara ha utopisticamente proposto primarie per il centrodestra: come no, caro, è più facile che Bersani ceda lo scettro a Vendola), ma parlando nell'ultimo mese con elettori di centrodestra e guardando le loro pagine facebook, non si è visto nulla del genere.
Insomma, non solo i vertici, ma neanche la base hanno la più pallida idea di come si comunica politicamente sul web 2.0.
Esempi: non ho visto nessun mio amico di centrodestra avanzare proposte di voto, o di astensione, né durante la campagna elettorale per le amministrative, né per quella sui referendum. Afasia totale, anche da persone che spesso parlano di politica.
Il più attivo, un mio coetaneo solidamente berlusconiano, si è limitato a sfottere pesantemente il referendum sul nucleare prima (ma sulla pagina di un altro nostro amico pro-referendum) e a lamentarsi dei "saccenti di sinistra che vogliono dirti come votare" dopo. Si tratta in entrambi i casi di reazioni, scomposte e spesso volgari (non c'era niente da ridere all'indomani di Fukushima), non di azioni.
E' una persona che lavora molto, ma lavora nel settore software, quindi è costantemente connesso in rete e il tempo per postare le foto delle vacanze o qualche battutina su Pippa-pippe la trova sempre. Smentisce quindi la tesi del buon Stracquadanio sull'impossibilità dei suoi elettori di connettersi spesso.
Altro esempio: ho parlato spesso con un giovane conoscente berlusconiano. Sui 4 referendum, lui non è riuscito a convincere me e io non sono riuscita a convincere lui. Ho portato esempi concreti di quanto per il portafogli del cittadino sia nociva la privatizzazione dell'acqua, di come il nucleare sia non solo più rischioso per la salute ma anche più costoso in termini di nuovi impianti e di smaltimento scorie... niente, era indottrinato dai giornali di centrodestra, ripeteva a pappagallo quello che aveva imparato e, probabilmente, in quel momento pensava la stessa cosa di me.
Dialogo zero. Anzi, dopo un po' si infastidiva pure, perché, capiamolo, era l'unico di destra in una compagnia di sinistra, e dopo un po' gli sfottò danno fastidio, chiaramente.
Ma sulla sua pagina facebook, nell'ultimo mese, non è mai intervenuto. E' un dipendente privato, lavorerà 40 ore settimanali contro le mie 36, ma non ha mai postato nulla per difendere le sue idee.
Ah, sono persone laureate entrambe, quindi non si tratta di scarsa acculturazione.
Insomma, mi pare che l'ipotesi (b), la speranza cioè che gli elettori di centrodestra muovano il culo, non fisicamente, ma almeno su internet, per convincere altri della bontà delle loro idee, non sembra fondatissima.
Resta l'altra mia ipotesi, la (a), ma è vecchia: io, quando ricevo la newsletter di Bersani, cui non ricordo neanche quando e perché mi sono iscritta, la cancello dopo aver letto il titolo. Perché non me ne faccio niente. So già pensare con la mia testa, grazie, non ho bisogno della predica e anche quando andavo a messa era la parte che sopportavo di meno.
Anzi, mi sono ricordata perché mi ci ero iscritta: perché ero andata un paio di volte a visitare il sito Youdem e credevo di poter dire la mia, entrare in gruppi di discussione, sentire cosa pensavano gli altri. E invece era stata una delusione: la homepage era occupata dalla propaganda vecchio stile, quella dall'alto, e per trovare gli interventi dei cittadini bisognava cliccare, cercare, cambiare pagina in continuazione. Mi sono stufata subito.
Provate con gli altri siti di partito: Grillo, Italia dei Valori... tutti uguali.
La vera rivoluzione, in questo momento, è il web 2.0, la possibilità cioè di intervenire direttamente, in tempo reale, senza gerarchie alto-basso, con alta visibilità e alta possibilità di commentare gli interventi altrui.
La possibilità, che gli elettori di centrosinistra hanno evidentemente recepito e quelli di centrodestra no, di usare i blog e i social network per postare commenti e video fatti artigianalmente, da loro, non dalle televisioni o dai partiti.
La possibilità, infine, e sospetto che sia questo l'elemento pregnante che li, che ci differenzia, di usare l'umorismo come la fionda di Davide contro la clava di Golia: tutti gli interventi più cliccati, più visti, più condivisi degli ultimi mesi in Italia (Tutta colpa di Pisapia, le canzoni-parodia di Elio & Le Storie Tese o della Sora Cesira, la moschea di Sucate, la Moratti-Batman, Legittimo godimento, L'aereo più pazzo del mondo, il Sordi "Ve ne dovete annà"...) sono unificati dall'umorismo, dalla satira, dalla risata, dal ritorcere le argomentazioni contro l'avversario mediante l'uso sistematico, cosciente e creativo dello humour.
E l'umorismo, come il pensare con la propria testa, non si impara a scuola, e neanche leggendo Il Giornale.
Parlarsi addosso (ovvero: il web 2.0 e la politica italiana)
Creato il 15 giugno 2011 da DallenebbiemantovanePossono interessarti anche questi articoli :
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