Stavolta l’albero di Natale non è servito per portare a casa tre punti che erano fondamentali per mettere pressione al Napoli. Rientravano dal primo minuto Samuel, Julio Cesar e Stankovic, mentre rimaneva nuovamente fermo ai box Zanetti. La bella azione in velocità che aveva permesso ai nerazzurri di passare in vantaggio con Sneijder aveva fatto anche illudere, ma poi è bastato il black out in avvio della ripresa per dire addio alle speranze Champions. Prima l’errore di Lucio, per il quale ormai è inutile sperare che possa imparare a liberarsi del pallone invece di avventurarsi in spericolate azioni personali. Poi quello dell’intera linea difensiva, che ha mantenuto in gioco Giovinco in occasione del raddoppio parmense.
Non occorre essere seguaci della filosofia trapattoniana del “primo non prenderle” per comprendere che Moratti deve immediatamente mettere mano al portafogli per compare un bel po’ di difensori, se vuole migliorare il risultato di quest’anno. Cinquanta gol subiti, quattro in meno del Cesena ultimo in classifica, devono fare riflettere. Sul 2-1 la reazione c’è stata, ma anche in avanti i problemi non mancano. Tanto che il forcing dei nerazzurri, che in venti minuti hanno creato diverse occasioni da reti (una gettata alle ortiche da Pazzini, che era subentrato ad Alvarez: l’ennesima in questa annata da dimenticare), non ha cambiato il risultato. Il pareggio non è arrivato. È stato anzi il Parma a chiudere i conti con l’ex Biabiany, giusto per ridare vigore alla teoria della rinascita dei giocatori che abbandonano l’Inter da brocchi e diventano decisivi altrove. L’ultimo in ordine di tempo, Muntari, trasformatosi in goleador implacabile non appena è approdato sull’altra sponda milanese. Si capisce anche da questi dettagli che l’Inter sta per tornare.