Emilia Criminale
A emettere le sentenze il giudice Maria Cristina Sarli, che ha comminato una pena a cinque anni e quattro mesi di reclusione a Salvatore Vingelli, autore in due giorni di tre colpi ai danni di esercizi commerciali.
Vingelli, 41 anni, napoletano, minacciava le sue vittime con una pistola scaccia agli inquirenti ha detto di aver compiuto le rapine perché aveva bisogno di stupefacenti dopo una delusione d'amore.
Stessa giustificazione addotta da Stefano Orlandini, 44enne parmigiano pluripregiudicato, che prese di mira una yogurteria in pieno centro storico, dove, con la minaccia di un coltello lo scorso maggio si fece consegnare l'incasso di 250 euro. Per lui condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione.
Tre anni di reclusione per rapina aggravata è la pena inflitta a Remo D'Amico, 33enne originario del casertano, residente a Medesano, autore di una rapina al distributore Repsol di Vicofertile, dove aveva legato con dei fili elettrici il gestore e si era fatto consegnare 774 euro e le chiavi della moto della vittima, sulla quale era fuggito.
Un anno e 8 mesi di reclusione (pena sospesa), per Vito Russotto, di Brescello, nel Reggiano) e due anni e 14 giorni di reclusione per il suo complice Mustapha Adrai, 25enne, marocchino. I due avevano aggredito una giovane prostituta straniera in via Emilio Lepido il 30 settembre 2011. Russotto aveva avvicinato la la ragazza, "contrattato" la prestazione e dopo averla fatta salire in auto l'aveva portata presso il parcheggio scambiatore est. Una volta fermata la macchina, dal bagagliaio era uscito, una pistola in pugno, il complice, che aveva puntato l'arma alla tempia della malcapitata e per terrorizzarla aveva sparato due colpi in aria.
Il giudice monocratico, infine, ha condannato Sai Saber, tunisino, a 2 anni per aver rapinato una giovane iraniana da poco giunta a Parma per studiare. La ragazza, lo scorso agosto, aveva fatto conoscenza con Saber in piazzale Della Pace e gli aveva chiesto aiuto per orientarsi in città, in particolare per poter aprire un conto corrente su cui versare i soldi che il padre le aveva mandato dall'Iran. Il tunisino l'aveva quindi convinta a prelevare 2mila euro per andare a depositarli in un istituto di credito più conveniente. Subito dopo, però, non aveva esitato Quando a spezzare un pollice alla ragazza, pur impossessarsi della busta con i soldi.