Il concorso del consorzio del parmigiano reggiano crosscooking l’avevo intravisto qualche giorno fa ma non mi ero soffermata. Sono tornata a rivederlo quando l’amico blogger Stavros mi ha incitato a partecipare con la parmigiana di melanzane. Invece della parmigiana invece, e perché cross cooking sia, ho inviato il “parmigiano saganaki e pere”. Il saganaki è un famoso stuzzichino della cucina greca. Prende il suo nome dal recipiente in cui si frigge, che letteralmente significa “tegamino” laddove per tegamino si intende quello con due manici. Oltre a quello del formaggio, famoso è anche il “gamberi saganaki” e i “cozze saganaki”. Comune denominatore è il formaggio che si trova in tutte le ricette di “saganaki”.Per questa ricetta ho voluto unire le cucine della mia patria di nascita e di quella di adozione e trasformare un classico della cucina italiana, cacio con le pere in un classico della cucina greca: il formaggio saganaki.Per i chips di pera ho seguito la ricetta e le istruzioni “frutta essiccata al naturale” di Carlo Cracco.
Il concorso del consorzio del parmigiano reggiano crosscooking l’avevo intravisto qualche giorno fa ma non mi ero soffermata. Sono tornata a rivederlo quando l’amico blogger Stavros mi ha incitato a partecipare con la parmigiana di melanzane. Invece della parmigiana invece, e perché cross cooking sia, ho inviato il “parmigiano saganaki e pere”. Il saganaki è un famoso stuzzichino della cucina greca. Prende il suo nome dal recipiente in cui si frigge, che letteralmente significa “tegamino” laddove per tegamino si intende quello con due manici. Oltre a quello del formaggio, famoso è anche il “gamberi saganaki” e i “cozze saganaki”. Comune denominatore è il formaggio che si trova in tutte le ricette di “saganaki”.Per questa ricetta ho voluto unire le cucine della mia patria di nascita e di quella di adozione e trasformare un classico della cucina italiana, cacio con le pere in un classico della cucina greca: il formaggio saganaki.Per i chips di pera ho seguito la ricetta e le istruzioni “frutta essiccata al naturale” di Carlo Cracco.
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