I giornali, la televisione e internet riportano con frequenza sempre maggiore parole come anti-politica, giustizialismo, populismo, demagogia etc.
I politici usano queste parole come “etichette da mettere addosso”a partiti e movimenti che si oppongono ai partiti che sostengono il governo Monti o che comunque non sono “ascrivibili” al “grande centro moderato” che sembra crearsi sempre più negli ultimi tempi.
La parola “anti-politica” è usata per “dare un nome” a “tutto ciò” che sta nascendo grazie soprattutto agli scandali della politica e al malcontento della popolazione afflitta dalla crisi economica e dalle misure di austerità e rigore imposte dall’Europa.
Accanto ad anti-politica troviamo la parola “sorella” “populismo” la quale è usata in modo dispregiativo per etichettare leader e movimenti che cercano di affermarsi grazie “all’ausilio delle masse”. Altra parola da ricordare è la suddetta “demagogia”, parola ormai sempre affiancata alle altre suddette: parola che si usa anch’essa per fare riferimento a tanti leader come Grillo e Renzi che sia in passato che nel presente “aizzano” le masse con discorsi o violenti o provocatori o spesso anche offensivi o comunque con discorsi che puntano sui temi d’attualità dell’opinione pubblica.
La parola giustizialismo invece è usata soprattutto per etichettare l’IDV di Di Pietro e Il Fatto Quotidiano: giustizialismo, una parola usata usata in modo negativo per connotare le denunce e le accuse di cui si fanno promotori il quotidiano dove scrive Marco Travaglio e il partito di Di Pietro.
L’antipolitica, il populismo, la demagogia e il giustizialismo sono fenomeni che aumentano sempre più per cause precise e non a caso: la corruzione radicata oltremodo nella società italiana come anche il clientelismo e il nepotismo, il malcontento popolare per le riforme d’austerity e la crisi economica, i privilegi della casta che non possono non irritare e altro ancora sono le cause che determinano i fenomeni suddetti accompagnati dalle parole che servono per etichettarli.
Si usano le suddette parole in modo negativo per puntare l’attenzione su di esse e distoglierla dai problemi e dalle cause che hanno dato origine ai fenomeni i quali sono etichettati con tali parole.
Tutto ciò che è stato descritto non ha che una sola parola per etichettarlo: “manipolazione mediatica”.