Esperimento in tazza: ho infuso pochi versi di Sereni assieme a qualche foglia di Bao Zhong – che è burro di fiori e ha foglie del colore dell’ulivo. C’erano altre foglie intorno che fingevano l’autunno, con confuso anticipo o imperdonabile ritardo; e io con loro. C’era forse un po’ di sconforto – oh sì che c’era -, ma più forte ancora era la poesia: parole così esatte e accurate, che consolano anche quando non lo fanno; così indulgenti da restarsene sul fondo. Parole da bere.
” (…) Per un po’ d’ombra che fa
più vive le acque più battute le siepi più frenetico giugno
quanti anni di vuoto appena dopo, anni
di navata e corsia
di campane smemoranti di
fuligginose sere: c’era sino a poco fa
un così bel sole – e per pigrizia o noia
o distrazione non siamo riusciti a goderlo.
Vedi come hai sporcato la mia vita
di tremore e umilità.”Così delirando di una perduta forza
di una remota gioia, così oltre noi dileguando
scovava, svergognandola, la morte
ancora occulta tra noi. E da quel giorno
e quell’ora
d’amore più non ti parlai amore mio.(Vittorio Sereni, Ancora sulla strada di Creva,
in Gli strumenti umani, Einaudi 1975)
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