Per Casini il matrimonio tra gay è un atto di violenza. Fossi in lui ricollocherei la parola violenza accanto alla parola mafia e le adagerei insieme sulla soglia della cella di Cuffaro.
La questione del matrimonio gay è identica a quella del precariato giovanile o degli asili nido. Sta avvenendo in modo sbagliato, con schemi del secolo scorso e (per lo più se non con qualche eccezione) tra rappresentanti di altre generazioni che sono cresciute in un Paese che oggi è cambiato e di cui non hanno la percezione.
E’ un dibattito tra passato e futuro. Visto dall’alto della montagna della Storia è assurdamente ridicolo.