Oggi avrei voluto pubblicare la sesta parte del racconto, ma è salvata su un altro computer che non ho ora a disposizione. Avrei voluto utilizzare quelle parole già scritte per evitare di scriverne altre. Mi sento un po' come la Litizzetto: "Credo che si dia ai comici troppa importanza. In fondo siamo solo dei santimbanchi. In Italia non manca la libertà di parola, ma la libertà di dire qualcosa senza essere infilati in uno schieramento politico." Ma nel mio caso non si parla di comicità, si parla di scrittura; non si parla di schieramento politico, ma si parla di emozioni. Si, perché non volevo scrivere. Scrivendo traspaiono le emozioni e le mie, oggi, volevo tenerle nascoste. Ecco il motivo per cui avrei voluto pubblicare il racconto. E invece mi trovo con le dita sulla tastiera. Si cerca sempre la parte nascosta, si cerca il non detto; si cerca, nei personaggi, la personalità e i pensieri dell'autore e, cercando il significato celato tra le righe, ci si perde in un lavoro di decostruzione. "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi", direbbe il Piccolo Principe. Giornata di citazioni. Ve ne lascio un'altra:"A volte dobbiamo fuggire nelle solitudini aperte, nell'assenza di scopi, nella vacanza morale consistente nel correre puri rischi, per affilare la lama della vita, per saggiare le difficoltà ed essere costretti a sforzarsi disperatamente, vada come vada."
B.