Parole povere - Giovedì 28 novembre sarà presentato al Torino Film Festival il nuovo film di Francesca Archibugi, nato dall'incontro con il poeta Pierluigi Cappello‏

Creato il 27 novembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Parole povere, il nuovo film di Francesca Archibugi, sarà presentato ufficialmente giovedì 28 novembre al Torino Film Festival nella sezione E intanto in Italia (dedicata ai cineasti contemporanei). Nato dall’incontro con il poeta friulano Pierluigi Cappello, e fortemente voluto a Torino dal direttore Paolo Virzì, è il terzo titolo consecutivo targato Tucker Film ad approdare sotto i riflettori di un festival, dopo Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto (premiato a Venezia) e TIR di Alberto Fasulo (vincitore dell’ultimo Festival del Film di Roma). 
Che cos’è, dunque, Parole Povere? Prima di essere un documentario, è la dolce collisione tra gli occhi di una regista e le parole, tutt’altro che povere, di un poeta. Lei, Francesca Archibugi, offre il suo sguardo, costruisce l’ascolto, lui, Pierluigi Cappello, offre la sua identità sorridente, restituisce la complessa naturalezza di chi è nato «al di qua di questi fogli». Vita e creazione letteraria: quali distanze alimentano il rapporto? E di quali vicinanze, invece, si nutre?
L’obiettivo cerca risposte facendo sempre un passo indietro, con affettuoso pudore, e documenta la verità, la realtà, senza mai ricorrere a sovrastrutture intellettuali. Il montaggio racconta, non estetizza. La musica di Battista Lena (ripresa dal vivo sul palco del Mittelfest) diventa scansione narrativa, non arreda i silenzi, e la piccola storia di Pierluigi, che è necessariamente anche la grande storia di una terra e di un popolo, scorre sullo schermo così come scorre nella quotidianità. Le radici friulane e le testimonianze divertite degli amici. I luoghi e i ricordi. L’ombra scura del 1976 e il profilo verde delle montagne. La sedia a rotelle che spezza la libertà di un sedicenne e disegna, millimetro dopo millimetro, la libertà di un uomo. Di un poeta. Di un guerriero mite e gentile che abita «tra l’ultima parola detta e la prima nuova da dire». 

 Francesca Archibugi, che ha legato il suo nome a piccoli grandi film come Mignon è partita o Questioni di cuore, racconta così l’incontro con Cappello
 «Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il più forte antitodo contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato, appunto, il mio compagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…».
Friulano, classe 1967, Pierluigi Cappello è considerato uno dei maggiori poeti italiani. Ha ottenuto tutti i riconoscimenti più importanti, come i Premi Montale Europa (2004), Bagutta Opera Prima (2007) e Viareggio-Rèpaci (2010). Nel 2012 ha ricevuto il Premio Vittorio De Sica sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e, nel 2013, è stato insignito del Premio dell’Accademia dei Lincei. Rizzoli ha recentemente pubblicato Azzurro elementare, raccolta completa delle sue poesie, e lo splendido fuori pista narrativo Questa libertà.
Parole povere porta, come detto, il marchio distributivo della Tucker Film, che firma anche la produzione assieme ad Agherose e in collaborazione con il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine, la Banca Popolare FriulAdria e il Mittelfest di Cividale del Friuli.

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